E’ il film di Paolo Virzì ad essere stato designato dall’Italia come candidato agli Oscar per il miglior film straniero
di Antonella Furci
redazione@lacittametropolitana.it
Roma, lunedì 3 ottobre 2010 – Dopo aver commosso il pubblico italiano ed aver raggiunto più di 6 milioni di incasso totale, La prima cosa bella di Paolo Virzì parte alla conquista dell’America. Il film, è stato infatti scelto tra le dieci pellicole italiane che si sono autocandidate per rappresentare il nostro Paese nella corsa alla cinquina per il miglior film straniero agli Oscar 2010 . La prima cosa bella, scritto dallo stesso Virzì con Francesco Bruni e Francesco Piccolo e prodotto da Medusa con Motorino Amaranto e Indiana Production, è stato designato dalla commissione appositamente istituita all’Anica, su invito della “Academy of motion picture arts and sciences”.
“La prima cosa bella” comincia quindi il suo viaggio verso l’Academy, carico di premi vinti in Italia, tra cui tre David di Donatello (Miglior Sceneggiatura, Miglior Attore Protagonista, Miglior Attrice Protagonista), 4 Nastri d’argento, un Golden Globe e due Ciak d’oro. Ha inoltre avuto buona accoglienza agli Open Roads di New York e al festival di Shanghai. Il film, ambientato a Livorno, città natale di Virzì, racconta con gli occhi di Bruno, prima bambino poi adolescente e infine adulto problematico (Valerio Mastandrea), la storia di Anna Nigiotti (ruolo interpretato dalla Ramazzotti e dalla Sandrelli), una donna vitale e un po’ frivola che, eletta reginetta di bellezza in un concorso indetto da uno stabilimento balneare di Livorno, nel 1971, innesca la gelosia folle del marito e l’imbarazzo del figlio che solo molti anni dopo riuscirà a comprenderla. Dal ’71 si passa all’oggi, dove Anna, malata terminale di cancro, continua a sbalordire i medici per la sua vitalità. Il primogenito Bruno invece, ha ormai tagliato i ponti con la sua città, la sua famiglia, il suo passato. Insegna senza entusiasmo e più che vivere sembra sopravvivere, fin quando la sorella Valeria (Claudia Pandolfi) riesce a convincerlo a venire a salutare la madre morente. Bruno torna e viene costretto dalla madre, ancora bella, vivace e dolcissima, a rievocare le vicissitudini familiari che aveva voluto a tutti i costi dimenticare.
Il film è stato preferito ad altri nove: L’uomo che verrà di Giorgio Diritti, La nostra vita di Daniele Luchetti, La doppia ora di Giuseppe Capotondi, Io sono l’amore di Luca Guadagnino, Baciami ancora di Gabriele Muccino, Mine vaganti di Ferzan Ozpetek, Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo, Le quattro volte di Michelangelo Frammartino e 20 sigarette di Aureliano Amadei. Il film sarà esaminato da una commissione dell’Academy Award, insieme ad altri film provenienti dalle cinematografie di tutti i continenti e il 25 gennaio del 2011 si saprà quali saranno i cinque film stranieri che poi, domenica 27 febbraio, si contenderanno la statuetta al Kodak Theatre di Los Angeles.