Roma, giovedì 21 agosto 2014 – Giorno dopo giorno emergono i punti della Riforma della Giustizia che sarà presentata in Consiglio dei Ministri il prossimo 29 agosto. Il Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, intervenendo ad Agorà Estate, su Rai Tre, ha affermato che il Governo ha intenzione di reintrodurre «le pene del falso in bilancio (depenalizzato nel 2001 dal governo Berlusconi ndr), distinguendo e mantenendo delle soglie minime di punibilità». Ha anche aggiunto che «stanno valutando con il Presidente del Consiglio dei Ministri se portare il 29 agosto il disegno di legge che prevede questo provvedimento contro la criminalità economica, che comprende autoriciclaggio, falso in bilancio, e prevenzione per quanto riguarda la confisca dei patrimoni della mafia». Intanto le opposizioni parlamentari, ad eccezione di Forza Italia, si rifiutano di incontrare il Ministro e il Governo per discutere della riforma. Il Movimento 5 Stelle, critico per le aperture del Pd e del Presidente Renzi a Berlusconi, ha detto di non voler trattare sulla Giustizia. Anche Sel ha disertato l’incontro con il Ministro. Non è ancora chiara la posizione della Lega, altro partito di opposizione. I Cinque Stelle non vogliono come al solito “sporcarsi le mani” con una riforma e con un governo che appare sempre più orientato a incassare i voti di Forza Italia e quindi ad essere in un certo senso eterodiretto dal leader azzurro, che dalle trattative e dal sostegno all’Esecutivo potrebbe ottenere in cambio l’agibilità politica richiesta.
Pronta e piccata è stata la replica del Premier Matteo Renzi, che ha fatto suo un tweet postato da Matteo Orfini, il Presidente del Pd e leader della corrente dei cosiddetti Giovani Turchi, in cui si dice che «vogliono (il M5S) interloquire con i terroristi ma si guardano bene dal farlo con il Governo». Il Premier dopo le stime al ribasso dell’economia italiana e i pochi sforzi fatti per risollevarla, e soprattutto dopo che sono state paventate nuove tasse o prelievi per rimettere ordine ai conti e restare all’interno del 3%, sembra sempre più in difficoltà. Un soccorso potrebbe arrivargli dalla revisione dei parametri del calcolo del Pil. Secondo le nuove norme europee. entrerebbero nel paniere anche le fonti di economia illecita come droga e prostituzione. Questo potrebbe portare ad una rivalutazione positiva del Pil italiano, facendo salire l’asticella fino ad un +2%. Un tesoretto di circa 30 miliardi da spendere per l’Italia. Settembre sarà dunque un banco di prova importante. Intanto è ormai certa la decisione di inviare armi ai Curdi per cercare di limitare l’avanzata del Califfato islamico dell’Isis e per consentire alla popolazione di difendersi. Questa decisione apre nuove tensioni con le opposizioni e pone l’Italia tra i possibili obiettivi sensibili per eventuali ritorsioni terroristiche. Inoltre mette in serio pericolo la vita delle due cooperanti, rapite una settimana fa in Siria, che gli osservatori occidentali accreditano essere nelle mani dei ribelli dell’Isis.