Roma, giovedì 28 novembre 2013 – Fine di un ventennio. Con il voto di ieri sera al Senato, che ha sancito la decadenza di Silvio Berlusconi da parlamentare della Repubblica per la condanna al Processo Mediaset, si può dire che è finito un ventennio. E con esso la Seconda Repubblica. Per la prima volta dal 1994, dal momento della famosa discesa in campo, l’ex premier Berlusconi è fuori dal Parlamento. Pur guidando una forza politica ancora consistente (stando ai numeri dei sondaggi) come la rinata Forza Italia, il suo leader dovrà accomodarsi fuori, così come Beppe Grillo e forse anche Matteo Renzi (se vince le Primarie del Pd). I numeri per tenere in piedi il Governo Letta per il momento ci sono. Il Partito di Angiolino Alfano, il Nuovo Centro Destra, assicurando i voti dei propri eletti alla Camera e al Senato, consentirà di proseguire nella normalizzazione del Paese, mettendo sempre di più all’angolo Berlusconi. In appena due anni, con una marcia lenta ma inesorabile il Cavaliere è stato disarcionato dal potere. Nel novembre del 2011 con l’arrivo di Monti al Governo e il passo indietro del Cavaliere era stata avviata la fine del berlusconismo, inteso come presenza del leader nell’agenda politica italiana. Ieri, il 27 novembre 2013, con il voto in favore della decadenza del Cavaliere da senatore la possibilità di influenzare quella stessa agenda politica è stata interrotta. Forse in maniera definitiva e perentoria.
In questo senso la data di ieri è storica! Con il Cavaliere, e il suo partito, all’opposizione, ma soprattutto non più in grado di condizionare le scelte dell’Esecutivo, si aprono scenari differenti per il Paese. Prima ancora però di risolvere tutti i nodi che l’Italia non ha affrontato, o ha fatto finta di affrontare, in questo ventennio di sprechi e di mancate occasioni, l’Esecutivo metterà in sicurezza se stesso. Altrimenti non ci sarà domani per le forze politiche che sono riuscite ad allontanare il Cavaliere. Alfano e i suoi “corsari coraggiosi” che hanno combattuto una battaglia all’interno del Pdl e sono riusciti per il momento a vincerla non possono pensare di fare la fine di Fini. Quindi ci saranno una serie di leggi atte a impedire al Cavaliere e i suoi di tornare a crescere politicamente, o per lo meno di conservare il largo consenso che ancora detiene. C’è da credere che la prima di queste scelte sarà la legge sul conflitto di interessi.