Roma, lunedì 17 marzo 2014 – La Dea Bendata tifa Juve, che mai come in questa domenica avrebbe meritato di perdere e invece si porta a casa 3 punti importanti in chiave scudetto. Finisce 0-1 Genoa-Juventus, dopo che per 90’ la squadra di Gasperini aveva stretto all’angolo i bianconeri, rischiando in un paio di occasioni ma superando sul piano tattico e atletico gli avversari. La squadra di Conte vince da 5 partite consecutive e non prende gol da 4. Eppure non è più brillante come la prima parte della stagione. La stanchezza, gli infortunati, l’impossibilità di fare un tour over ”scientifico”, come diceva lo stesso staff tecnico qualche settimana fa, sono il motivo per cui la Juventus non gioca più da Juventus. I risultati però sono gli stessi. In pratica adesso la Vecchia Signora gioca e vince da grande squadra. Basta lo scarto minimo di un gol per portarsi a casa il massimo del risultato, magari giocando male, magari salvandosi con pali e traverse e qualche svista arbitrale. Eppure c’è un fatto positivo in tutto questo e ne sta beneficiando da qualche gara il nostro campionato. La forza assoluta e incontestabile della Juventus di Conte ha scatenato una gara per vedere chi riuscirà a fermarla. I tecnici avversari, di grandi o piccole società, dato per certo che tanto la Juventus li batterà, stanno presentando partite sempre meglio preparate tatticamente, atleticamente e tecnicamente. Per supplire al gap tecnico e, fino a qualche tempo fa, anche tattico, le piccole e medie squadre si stanno attrezzando, variando schemi e modi di affrontare la Juventus, che da questo punto di vista funge da stimolo e consente anche una crescita del movimento calcistico italiano. Non ci sono i grandi campioni, quindi si supplisce con l’atletismo, la disciplina e la dedizione tattica, dismettendo atteggiamenti prudenti, passivi e rinunciatari. Quello che ha fatto ieri il Genoa da questo punto di vista è stato esemplare, per battere la prima della classe che da 20 gare non perde. Il lavoro fatto dal Genoa se lo porterà dietro fino nel proseguo della stagione, ma nel complesso siamo ad una svolta che potrebbe rendere nei mesi a venire più spettacolare ed esaltante il campionato italiano.
Della partita in sé c’è poco da dire. In campo si è vista per 90’ una sola squadra, quella di Gasperini, che ha messo in difficoltà la Juventus per tutta la gara con un atteggiamento aggressivo e sfruttando l’arma della preparazione atletica, che in queste settimane i bianconeri hanno un po’ perso. Nessuna arroccamento in difesa, anzi sfida a tutto campo uno contro uno. Anche sulla linea difensiva, contro Osvaldo e Llorente, Gasperini ha voluto giocare a viso aperto, con un marcatore per attaccante. Salvo che i centrocampisti aiutavano i compagni raddoppiando e stringendo, anche in due anche in tre. L’atteggiamento tattico ha messo in difficoltà la linea mediana juventina. La tesi di Gasperini è stata: “se vuoi bloccare la Vecchia Signora devi bloccare tutte e tre i centrali di centrocampo”. Questo ha fatto la sua squadra aiutata anche dalla stanchezza bianconera accumulata in questi mesi. Vidal e Pogba hanno giocato poco e male. Pirlo anche si è visto di rado ben piantonato da Matuzalem. Le due punte sono state contrastate con efficacia. Nonostante la grande mole di lavoro fatta dal Genoa e la pressione esercitata per non far giocare la squadra bianconera, i padroni di casa hanno comunque impensierito poco Buffon. Si contano solo 4 tiri nello specchio della porta e due interventi importanti da parte del portiere bianconero, che ha parato il rigore calciato da Calaio’ e respinto un bolide di Bertolacci, calciato da distanza ravvicinata. Per il resto tante azioni, senza conclusioni serie a rete. Gilardino prima e Calaio’ poi sono stati ben neutralizzati dalla difesa bianconera, con Caceres autore di una prestazione super e senza sbafi.
Il cuore della gara è tutto da trovare negli episodi, tanti e per una volta a sfavore dei bianconeri. Iniziamo dal primo gol annullato per fuorigioco a Osvaldo. Su lancio lungo Burdisso rinvia di testa, la palla sbatte sulle gambe di Llorente e finisce all’attaccante bianconero in fuorigioco che segna. Giusto annullare il gol. Al 38’ contatto sospetto in area tra Lichsteiner e Bertolacci, che colpisce la palla mandandola fuori. Il centrocampista genoano reclama il rigore. Un minuto dopo altro gol annullato alla Juve. Pogba ruba palla sulla tre quarti e al limite di tacco smarca Osvaldo sulla sinistra che segna. Gol annullato per inesistente fuorigioco. Nella ripresa Llorente smarcato in area crossa dalla linea di fondo, ma il difensore intercetta la palla con la mano, l’arbitro lascia correre. Al 26’ Motta crossa dalla destra e la palla leggermente deviata da un genoano va a finire sul braccio di Vidal. Il contatto è involontario ma l’arbitro questa volta accorda il penalty, che l’attaccante rossoblu sbaglia a calciare. A tre minuti dalla fine Quagliarella si procura la punizione che Pirlo trasforma da campione. Prima però la Juventus aveva sprecato due buone occasioni in attacco per l’egoismo dei suoi giocatori. Al destino non ci si oppone e la Juventus, stanca e con pochi ricambi in panchina, fa risultato pieno a Genoa e a 10 partite dal termine deve amministrare un vantaggio di 14 p. Per le inseguitrici è ko psicologico, perchè a meno di improbabili sorprese il campionato finisce qui.