Roma, lunedì 28 novembre 2016 – Juventus choc. Perde 3-1 sul difficile campo di Genova, incassando tre reti nella prima mezzora. Non accadeva da 11 anni un passivo così pesante per la Signora, che dopo la gara di Champions non ha saputo trovare gli stimoli giusti per riprendere il Campionato. Difesa e centrocampo sotto processo. La prima rete nasce da una leggerezza di Bonucci, che verso la fine del primo tempo si infortuna ad una coscia. Per lui ci vorranno circa 60 giorni di riposo. Le altre due reti arrivano sul pressing del Genoa, che nella prima parte della gara ha superato i bianconeri per agonismo, velocità, impegno e schemi di gioco. Nella seconda frazione i padroni di casa hanno tirato i remi in barca, stanchi e appagati del risultato. La Juventus ha prodotto più gioco e ha avuto almeno tre buone occasioni per segnare. Il gol della bandiera su punizione arriva da un’altra perla di Pjanic, che ad inizio di secondo tempo aveva già avuto una buona occasione. Khedira per due volte, Higuain e Mandzukic hanno sprecato buone opportunità, mentre si salvano solo gli esterni Alex Sandro e Cuadrado per voglia, cattiveria e capacità di creare gioco. Incomprensibile la mossa di Allegri di lasciare a riposo Higuain e di mettere accanto a Mandzukic come seconda punta Cuadrado. Le scelte del tecnico non hanno pagato in un momento in cui forse bisognava avere più prudenza e tornare anche al 3-5-2, se occorreva, per dare stabilità alla squadra. Ma i guai per Allegri arrivano tutti adesso, al di là della sconfitta, che comunque lascia in testa i bianconeri, l’infortunio di Bonucci è dei più preoccupanti. Due mesi senza il regista della difesa sarà dura, tenuto conto che anche Barzagli ne avrà per molto tempo ancora. La Juventus si gioca nelle prossime 4 gare quanto di buono ha fatto fino adesso, anche se il bel gioco latita da inizio stagione.
Prima nel girone di Champions e prima in Campionato, inseguita a 4 punti da Milan e Roma, la Juventus oggi, a causa dei troppi infortuni – una costante della gestione Allegri – è più fragile e vulnerabile che mai. Contro il Genoa anche Dani Alves si è infortunato seriamente, frattura composta del perone, e rischia anche lui uno stop che va dai 2 ai 3 mesi. La perdita del laterale destro non sembra però essere così drammatica, perché il brasiliano non è ancora addentro gli schemi bianconeri, e ai cuori dei tifosi. Lichtsteiner, che da cinque anni occupa la fascia con meno tasso tecnico ma più concretezza, ed efficacia forse, tornerà ad essere titolare inamovibile, così come lo era fino allo scorso anno. Il punto però è che senza Dybala, Pjaca, Bonucci e Dani Alves, con Marchisio a mezzo servizio, così come Khedira e Pjanic, e con un Higuain fuori ruolo (è assurdo avere un bomber da 90 milioni, che lo scorso anno ha fatto più di 30 reti in Campionato, e farlo giocare lontano dalla porta avversaria), la Juventus rischia ora di sciupare tutto. Le prossime tre gare sono molto delicate. Atalanta, Torino e Roma sono in forma, affamate e pronte a prendersi i tre punti contro la prima della classe, che in questo momento appare ferita e in difficoltà. Finora infatti la Signora non aveva mai espresso un buon gioco. Non aveva mai del tutto convinto, spesso rifugiandosi in uno sterile quanto inutile possesso palla. Insomma da una squadra che vince da cinque anni consecutivi e che ha allestito forse una delle più forte compagini degli ultimi 15 anni, ci si aspettava di più sul fronte del gioco. Contro il Lione, il Siviglia, il Genoa, il Milan, l’Inter hanno evidenziano invece che alla Signora non interessa il bel gioco.
Da due stagioni ci si accontenta di vincere, di essere concreti, se serve anche di essere brutti e provinciali, belli mai. Forse solo la prima Juventus di Allegri è stata bella, brillante e piacevole nelle giocate. Dopo si è inseguito il trequartista di lusso per cambiare schemi e abbandonare il 3-5-2. L’uomo che avrebbe potuto accendere la luce del bel gioco e far innamorare. Non è mai arrivato! E nonostante la Juventus abbia una rosa importante, non riesce però ad essere convincente nel gioco, pur vincendo. E adesso arriva il momento più difficile del Campionato. Tre gare delicate oltre a quella di Champions contro la Dinamo Zagabria. Da affrontare con i cerotti.