"It’s complicated” commedia brillante, dove si ironizza il delicato tema del divorzio, della crisi di mezz’età e di come non sia facile, dopo aver vissuto per molti anni con il proprio partner, poter cancellare tutto con una semplice sentenza del giudice
di Roberta Marrocco
redazione@lacittametropolitana.it
Roma, martedì 27 aprile 2010 – It’s complicated, è il nuovo lavoro della regista di “What women want”, Nancy Meyer. Il film ci racconta una sorta di triangolo amoroso. Complicato appunto. Protagonista è l’eclettica Meryl Streep, che interpreta Jane, una manager che ha tre figli adulti e da dieci anni ha divorziato dal marito avvocato (Alec Baldwin), con cui è rimasta in buoni rapporti. A un certo punto questi rapporti diventeranno più che buoni. E quando Jane e Jake andranno fuori città per la cerimonia di diploma di uno dei loro figli, le cose si complicheranno. Un pranzo si trasforma in una relazione clandestina dal momento che Jake si è risposato con la giovane Agness (Lake Bell). E’ l’inizio di un simpatico gioco, che trasforma la moglie in un’amante inaspettata. Ad ingarbugliare la matassa è Adam (Steve Martin), che purtroppo qui non fa ridere e che una donna sensata allontanerebbe subito temendone la noia. Adam è un architetto chiamato a ristrutturare la cucina di Jane. Lui si innamora della donna. Nick Nolte e Julia Roberts, Mel Gibson e Helen Hunt, dopo Jack Nicholson e Diane Keaton, Kate Winslet e Leonardo Di Caprio, è la volta della strana coppia Meryl Streep – Alec Baldwin. In questa commedia romantica agrodolce, la regista fornisce l’ennesima prova del suo talento nel tratteggiare figure femminili a tutto tondo, mai banali e soprattutto mai schiacciate dai rispettivi uomini. Dopo Julie & Julia, dove erano irresistibili la sua voce stridente che decantava i pregi del coq au vinei suoi mugolii di piacere nell’assaggiare le boef bourguignon. In questo film l’adorabile attrice, per la prima volta forse, innervosisce un po’ i suoi ammiratori. A un certo punto si vorrebbe che ridesse un po’ meno, si pettinasse un po’ di più e si sbrigasse a scegliere tra l’ ex marito che la rivuole anche se risposato con una ragazza giovane e magra che lo comanda a bacchetta, e il malinconico architetto che non si riprende dal recente divorzio. Nel panorama hollywoodiano Nancy Meyers inizia a ritagliarsi un ruolo importante come cineasta in un ambiente in cui spesso il maschilismo prevale. “È complicato”, titolo in italiano, è uno di quei film che rincuorano come una fiaba per separate, divorziate, donne sole che non vorrebbero più esserlo o che sono in compagnia e non vorrebbero esserlo più. “È complicato” è come un ricco tè delle cinque tra signore, elegante, riposante e antico. Lieto fine saggio e prevedibile.