Frascati, lunedì 5 novembre 2012 – Ben tre interventi del Governo, concentrati negli ultimi venti giorni, hanno tagliato al Comune di Frascati addirittura un milione e 270 mila euro di fondi che erano destinati al proprio bilancio. Ancora una volta la scure dello Stato si abbatte sugli Enti locali e quindi sui cittadini, come denunciato più volte dell’Anci, l’Associazione del Comuni italiani. Si tratta di un ulteriore e imprevedibile “frutto avvelenato” della spending review, che ha costretto all’ultimo momento l’Amministrazione comunale di Frascati a trovare risorse per garantire sia gli equilibri di bilancio, sia i servizi di assistenza sociale ai cittadini. Per questo, contrariamente alle previsioni che si potevano fare fino a pochi giorni fa, il Comune di Frascati è stato costretto a portare l’aliquota Imu sulla prima casa al 4 per mille, cifra che è comunque nettamente al di sotto di quella praticata dalla gran parte degli altri Comuni.
Per meglio comprendere l’iter che ha portato il Comune ad applicare l’aliquota del 4 per mille sull’IMU, invece di un’aliquota inferiore come auspicato nella Delibera approvata all’unanimità il 28 giugno scorso e per cui l’Amministrazione a fine settembre aveva deliberato uno stanziamento di un milione e 400 mila Euro, è necessario spiegare i motivi che hanno portato a questa decisione. Una prima difficoltà è stata originata dall’approvazione del Decreto Legge Governativo 174 del 10 ottobre 2012, che – oltre ad aver disposto il vincolo di una quota del Fondo di riserva per spese non prevedibili – ha previsto il divieto di utilizzo dell’avanzo di amministrazione (per Enti in anticipazione). Questo provvedimento ha impedito di utilizzare circa 200 mila Euro delle somme accantonate.
Il 29 ottobre 2012 il Comune ha subìto dal Governo un ulteriore taglio di circa 480 mila Euro – rispetto alle precedenti previsioni – a seguito della rimodulazione del finanziamento attribuito effettuata dal Ministero delle Finanze. A questo si è aggiunto un ulteriore taglio di circa 320 mila Euro, come stabilito con il Decreto Legge 95 del 2012. Infine, in data 23 ottobre 2012 il Ministero Economia e Finanze ha avviato l’esame del bilancio del Comune. Dai lavori in corso è emersa la necessità di un’ulteriore integrazione del FSC (Fondo Svalutazione Crediti) di Euro 274 mila circa, anche questi necessariamente prelevati dall’accantonamento effettuato al fine della riduzione dell’aliquota IMU.
In venti giorni il Comune di Frascati ha subito un taglio di ben un milione e 270 mila Euro. Un dato complessivo imprevedibile e pesantissimo, che testimonia l’estrema incertezza in cui si trovano ad operare gli Enti locali, più volte denunciata dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e, in maniera bipartisan, da migliaia di Comuni guidati da governi di centrosinistra e centrodestra. Questi provvedimenti hanno impedito al Comune di utilizzare le somme accantonate con la Delibera approvata solo un mese fa e che avrebbero consentito di applicare l’aliquota del 2,8 per mille, costringendo invece l’Ente ad utilizzarle per coprire i tagli effettuati dal Governo e garantire il rispetto degli equilibri di bilancio, quest’ultimi fondamentali per evitare gravi conseguenze.
È opportuno poi ricordare che dal 2010 ad oggi, dopo le ultime novità, i trasferimenti dello Stato al Comune di Frascati sono passati da 3 milioni di Euro ai – 350 mila Euro di oggi ( quindi – 3 milioni e 350 mila Euro!). Tra l’altro, in questi ultimi due anni il Comune di Frascati ha ridotto la spesa del 10%, per un ammontare di circa 1 milione e 700 mila Euro. Occorre sottolineare come il Comune di Frascati, consapevole delle difficoltà economiche che interessano le famiglie in questa difficile congiuntura, abbia mantenuto invariate le disponibilità di bilancio a favore del sociale: oltre 4 milioni di Euro, ben il 16% del bilancio. Una scelta che conferma l’attenzione verso le fasce più deboli e che rappresenta un vanto per la Città di Frascati, collocandola tra i primi Comuni italiani in questo settore così importante e decisivo, tanto più in un momento difficile sul piano sociale ed economico.
E questo lo sanno bene le oltre 120 persone (anziani, disabili e minori) che sono assistiti a domicilio. Gli oltre 30 ragazzi che grazie all’intervento del Comune possono frequentare la scuola. Le centinaia di bambini e adolescenti che frequentano i centri estivi, i soggiorni di vacanza,i nostri apprezzati asili nido. I 20 anziani che svolgono un’importante funzione nella Città e tanti altri fondamentali interventi a favore delle famiglie che permettono l’esistenza di decine e decine di posti di lavoro, cosa assolutamente non trascurabile. Questo è il quadro in cui si colloca l’aliquota individuata per la prima casa, che, dai dati finora noti, risulta comunque essere la più bassa fra i comuni dei Castelli Romani.