L’inquinamento atmosferico uccide circa 7 milioni di persone ogni anno e più della metà dei decessi è causato dai fumi inquinanti delle stufe domestiche. È questo il quadro allarmante che emerge da una ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicata martedì 25 marzo 2014. L’Agenzia Mondiale ha infatti dichiarato che l’inquinamento dell’aria causa uno degli otto decessi che ogni giorno avvengono sul nostro pianeta, diventando così il maggiore fattore di rischio ambientale per la salute umana. «Tutti noi dobbiamo respirare, il che rende l’inquinamento atmosferico difficile da evitare – ha detto Franck Kelly, Direttore del Gruppo di Ricerche Ambientali del King’s College di Londra, commentando la notizia».

L’OMS ha stimato che ci sono stati almeno 4.3 milioni di decessi nel 2012 causati dall’inquinamento nelle abitazioni domestiche, per la maggior parte in Asia, dove la gente cucina in casa usando forni a legna o a carbone. Sempre secondo lo studio, 3.7 milioni di persone nel 2012 sarebbero invece decedute per l’inquinamento esterno dell’aria, di cui quasi il 90% vivevano nei paesi in via di sviluppo. È stato però notato che molte di queste persone erano esposte ad ambienti inquinati sia domestici che pubblici. Ora per questa sovrapposizione, la mortalità attribuita alle due differenti fonti non può essere semplicemente addizionata. Rimane il fatto che il tasso di mortalità mondiale causato dall’inquinamento dell’aria si aggira intorno ai 7 milioni nel 2012.

Una cosa è certa, le nuove stime di calcolo sono più che raddoppiate rispetto alle indagini precedenti. L’incremento in parte è dovuto alle migliori informazioni circa gli effetti dell’inquinamento sulla salute, grazie all’aumento dei metodi di indagine a disposizione. Lo scorso anno, l’OMS ha classificato l’inquinamento atmosferico tra le forme di carcinoma, collegando direttamente l’aria inquinata al cancro ai polmoni o alla vescica umana. Il rischio è che le particelle inquinanti presenti nell’aria raggiungano in profondità gli organi interni, causando forti irritazioni. Gli scienziati sospettano anche che l’aria inquinata possa essere causa di infiammazioni del muscolo cardiaco, conducendo a problemi cronici o peggio ad attacchi di cuore. L’inchiesta ha anche sottolineato come siano le donne ad avere un più alto livello di esposizione nei paesi in via di sviluppo.

«Le donne e i bambini che vivono in povertà pagano il prezzo più alto per l’inquinamento domestico per il semplice fatto che passano più tempo a casa, respirando fumo e particole provenienti dalle stufe a legno o a carbone, ha detto Flavia Bustreo, membro della Direzione Generale per la Salute della Famiglia dell’OMS».

Sarebbe compito dei governi nei Paesi in via di sviluppo tenere sotto controllo i livelli di inquinamento, prendendo seri provvedimenti quali spostare le grandi centrali di energia fuori dalle aree urbane o individuare alternative alle stufe domestiche in legno e carbone. Cambiare le abitudini personali, evitando di viaggiare durante gli orari di punta, potrebbe ridurre il grado di esposizione all’inquinamento. Nonostante l’aumento di mascherine per il viso nelle città ad alto rischio, come Pechino e Tokyo, ci sono poche evidenze che questo tipo di deterrente funzioni. Il problema è che indossando le mascherine, dicono gli esperti dell’OMS, si invia il messaggio che è possibile convivere con l’inquinamento, ma la sfida è ridurlo se non eliminarlo definitivamente.

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