Roma, venerdì 22 giugno 2018 – Mercoledì sera, in una lunga intervista a Porta a Porta, il neo ministro dell’Interno Salvini ha presentato il suo piano di chiusura dei porti alle Ong straniere e difeso l’azione esercitata nei confronti dell’Acquarius. Questa posizione ha incrinato il fronte in Europa, portando al centro dell’attenzione e dell’Agenda politica il problema dei migranti, e ha aperto rotte alternative per coloro che vogliono scappare dall’Africa. E questo può essere molto destabilizzante anche per quei Paesi che finora si erano in qualche maniera lavati le mani dei problemi italiani con una miopia politica sorprendente.
C’è dell’altro però. Le alleanze che Salvini aveva allacciato in Europa, stando all’opposizione, con la Le Pen in primis (Farage ormai è acqua passata, in quanto la Brexit allontana Londra dalla Ue) e in seconda battuta con Orban, rischiano adesso di venire meno. Non saranno certamente contenti questi personaggi di dover fare i conti con un governo deciso e risoluto ad invertire le rotte dei migranti e a tenerli lontano dalle coste italiane. I trafficanti di uomini e le Ong che si adoperano a trarre in salvo i fuggiaschi dovranno trovare altre vie nel Mediterraneo per portare in salvo i migranti. Si apre un problema per tutti. Per la Grecia, per la Spagna, per la stessa Francia, per i Paesi Balcanici. Inoltre, potranno tornare al centro dell’attenzione le rotte di terra, invece che di mare.
La nuova posizione italiana è molto più destabilizzante per tutta l’Europa e potrebbe condurre ad una soluzione condivisa al problema dei migranti. La sfida però è una sola: rafforzare la crescita dei paesi africani, le loro economie e le fragili democrazie. Differentemente c’è solo la fine dell’UE.