Roma, lunedì 6 giugno 2016 – Una settimana fa la Juventus aveva molte certezze. I giornali davano per fatto il doppio acquisto Dani Alves, Mascherano. Sette giorni dopo niente è più sicuro. Sembrerebbe fatta per Dani Alves, il brasiliano capitano della sua nazionale, che sta disputando la Coppa America. Però il condizionale è d’obbligo perché nessuna firma è stata messa sul contratto. C’è solo la notizia che il Barcellona ha ringraziato il giocatore per gli anni di militanza in blaugrana. Per il resto solo notizie di giornali. Per Mascherano invece sembra che la corrente se lo sia risucchiato e da quasi certo nuovo centrocampista bianconero e tornato ad essere un quasi certo difensore catalano. Anche per Morata “di doman non v’è certezza”. Lunedì scorso era dato in partenza per la Premier League con scalo a Madrid. Nel senso che il Real lo avrebbe ricomprato per 30 mln e rivenduto per una cifra vicina ai 60 mln. Oggi, invece l’attaccante tentenna, la Juve pure e il Real se la gode. Altri nomi poi erano stati accostati alla Signora: da Andrè Gomes a Cavani, da Lukaku a Benteke a Gundogan (partito poi per Manchester) tanto per farne alcuni, passando per un certo Ikoné, una specie di nuovo Coman, sempre prelevato dalle giovanili del PSG. Se arrivasse però il vero Coman, quello ceduto in prestito al Bayern Monaco lo scorso anno, sarebbe più che sufficiente e farebbe contenti molti tifosi. Insomma al contrario di quello che ci si aspettava, il mercato della Juventus è ancora molto di là da farsi. Nessuna operazione lampo. Nessun effetto sorpresa.
La Juventus da quando è ormai diventata una temibile avversaria in Europa è guardata a vista. Basta operazioni facili, a parametro zero, senza spendere troppi soldi. Le ambizioni degli Agnelli, e di Marotta e Paratici sono ormai chiare: vincere in Champions League. Cosa che porta tra l’altro molti milioni di euro. Perché allora le avversarie dovrebbero facilitare tali ambizioni, anzi asservirsi ai voleri della Signora e stendergli un tappeto rosso? Sarà un mercato difficile, pieno di insidie e soprattutto oneroso. Se davvero la società vorrà trionfare in Europa e gettare le basi di un futuro importante per almeno 2-3 anni, finendo stabilmente tra le quattro semifinaliste, dovrà spendere molti soldi e forse anche indebitarsi, con l’obiettivo di ripianare i conti un po’ per volta. Quasi nessuno ha i bilanci a posto tra le magnifiche che si contendono la Champions League. Non sarà diverso per la Juve, che dovrà anche guardarsi in casa per non perdere i propri campioni. La concorrenza è agguerrita e fino a ieri si poteva fare affari con la Signora perché non era una minaccia. Da oggi non è più così.
Inoltre si sa, la società incassa bei soldi grazie ad una serie di sponsor importanti (vedi Adidas) che versano nelle casse della Signora ogni anno milioni. A questi si aggiungono i proventi dello stadio di proprietà. Inaugurato l’8 settembre 2011, solo in quest’ultima stagione su 25 partite giocate in casa, 20 hanno fatto registrare il sold out, con una saturazione media dell’impianto del 96% e un milione di persone ospitate. Più della popolazione di Torino fanno sapere dal sito ufficiale. È vero che ci sono state molte promozioni dedicate ai minorenni, alle donne, agli Under30 e agli Over60, per cui i biglietti emessi a tariffe scontate sono stati circa il 30% del totale. Si capisce però che, date queste premesse, e questi incassi, non ci saranno più troppi regali da fare ai bianconeri dalle avversarie. Quindi l’alternativa sarebbe investire sui giovani. Comprare campioni in prospettiva e farli maturare e, se si è bravi e fortunati come con Pogba, tenerseli per vincere qualcosa. Certo anche i campioni costano. Dybala per esempio qualcosa come 40 mln. Le scelte sono ardue e non facili da fare e la Signora è a un bivio, vedremo se saprà incamminarsi sulla strada giusta.