Roma, giovedì 14 luglio 2016 – Note positive in casa Juve arrivano dal mercato. Sembra ormai fatta per Benatia. Il forte centrale franco marocchino, fino a ieri in forza al Bayern Monaco, è un giocatore della Juventus, che lo ha preso in prestito con diritto di riscatto a 17 milioni. Il difensore potrebbe andare a sostituire Bonucci, richiesto con forza dal City di Guardiola e che potrebbe portare nelle casse bianconere 60 milioni di euro. Un tesoretto irrinunciabile. Una plusvalenza altrettanto allettante. La somma necessaria per dare l’assalto ad un grande attaccante, la pedina fondamentale che manca ai bianconeri per mettersi alla pari con le grandi d’Europa. Difesa e centrocampo sono ormai quasi definiti. Presi Dani Alves e Pjanic. Fatta al 90% per Pjaca, altro colpo da non sottovalutare per la mediana bianconera, un giovane campione alla Draxler, che al contrario del tedesco (che l’anno scorso è stato al centro delle attenzioni della Juventus) non ha demeritato agli Europei, adesso alla Signora serve una punta. In queste ore si sta definendo anche la situazione di Zaza, che non ha avuto una stagione esaltante con Allegri. Il Wolfburg è interessato e pare voler mettere sul piatto 25 milioni di euro per la Società. Marotta e Paratici non se lo faranno ripetere due volte. Voci dall’emisfero australe tra l’altro dicono che i bianconeri sarebbero pronti a prendere anche l’attaccante brasiliano di 19 anni Gabi, già nel giro della nazionale maggiore.
Quello che però si attende adesso è la definizione di una punta in grado di assicurare tra i 20 e i 30 gol in campionato. Uno alla Tevez per intenderci, che traini la Signora anche in Europa. È il tassello mancante. Dybala lo scorso anno ha fatto il fenomeno, ma non è stato un fenomeno. Per lo meno ancora non lo è. Serve una punta di peso. Un Cavani. Un Ibrahimovic. Un Higuain. E proprio sulla stella del Napoli pare essersi concentrata l’attenzione della Dirigenza in queste ultime ore. A meno che non si tratti di un diversivo, sottotraccia si lavora per rendere più appetibile e digeribile l’offerta al Napoli di De Laurentis, che già di suo sarà contrariato nel doversi privare di un bomber come l’argentino. Lo sarà doppiamente se dovrà cederlo alla rivale di sempre, certificando in questo modo la supremazia della Signora in Italia. Con Higuain la Juventus si attesterebbe come il Bayern in Germania, il Paris San Germain in Francia, il Barcellona e il Real Madrid in Spagna. Al pari delle altre si assicurerebbe per i prossimi anni l’accesso sicuro in Champions, con i soldi che questo comporta, i diritti televisivi e gli sponsor che piombano addosso. Questo vuol dire che la Juventus può fare affari con chiunque. Può prendere giocatori dalla Roma così come dal Napoli, senza che ci sia più un rapporto basato sul contrasto agonistico tra tifosi. Anzi al contrario. La Juventus, così come il Bayern o il Real Madris, può fare la fortuna delle altre squadre, perché è pronta a pagare quanto richiesto.
Per anni il mercato italiano è stato condizionato dalle questioni di tifo. I bianconeri non potevano acquistare giocatori dal Torino. Roma e Lazio non potevano fare mercato in entrambe le direzioni. Stessa cosa per Napoli, Milan, Inter, Genoa e Sampdoria. Solo quando un giocatore era a fine carriera, allora si poteva pensare di fare scambi. Quel tempo e quelle tensioni ideologiche devono finire. In questo caso la transazione economica può portare, sembra quasi assurdo dirlo, un alleggerimento delle tensioni ideologiche. Assunto e compreso che il calcio è un gioco per professionisti. E che i professionisti cambiano squadra e offrono le loro prestazioni sportive al miglior offerente. Il passaggio di Higuain dal Napoli alla Juventus non deve scandalizzare, come potrebbe essere il passaggio del giocatore al Barcellona, all’Arsenal o ad altra squadra. Con quei soldi il Napoli potrà fare un grande mercato e magari centrare nuovi obiettivi, nuovi campioni da rivendere in futuro e garantirsi una crescita interna. Niente di scandaloso. I tifosi piuttosto devono imparare a rispettare i loro idoli. A supportare la squadra del cuore. A evitare inutili tensioni e ritorsioni verso i tifosi delle altre squadre. Paradossalmente, l’accettazione che calcio e mercato sono correlati e che gli affari sono affari potrà aiutare in questo processo di dispersione della tensione tra opposte tifoserie, facendo crescere il movimento in generale e avvicinando le famiglie a questa forma di spettacolo dal vivo.