Roma, mercoledì 10 settembre 2014 – Finito il ciclo di due partite della nazionale, ritorna adesso il campionato con la seconda giornata. Che Conte andasse bene non era da mettere in discussione. Definito da alcuni il miglior allenatore italiano del momento, da altri il migliore addirittura in circolazione in Europa o nel mondo (questo forse però è un po’ troppo eccessivo), Conte ha presentato una nazionale diversa cambiando pochi uomini. Le punte soprattutto. Ciro Immobile e Simone Zaza sono i nuovi guerrieri di questa Italia rinata sulle ali dell’entusiasmo per il tecnico ex Juve. Quello che sembra stano però è che entrambi i giocatori erano di proprietà della Vecchia Signora, che ha preferito cederli per investire in Morata e Coman. Immobile, si sa, ormai è stato dato in via definitiva al Borussia Dortmund, che ha voluto così sostituire un attaccante di peso come Lewandosky, andato al Bayern. La domanda se la sono posta tutti i commentatori e gli osservatori. Ma se Immobile è un pezzo pregiato del valore dello stesso Lewandowsky per un tecnico bravo e capace come Knopp, perché Marotta e la società bianconera hanno voluto cederlo all’estero, ad una rivale di Champions, dopo averlo scoperto? Poteva essere il top player di cui è alla disperata ricerca da anni la Signora, visto che avrebbe voluto acquistare il polacco del Bayern e anche Mandzukic, sostituito quest’anno dallo stesso Lewandowsky. Misteri di corso Galileo Ferrarsi.
Ma anche Zaza era un giocatore scoperto e acquistato dalla dirigenza juventina. Preso in comproprietà con il Sassuolo, quest’anno è stato ceduto alla società emiliana, anche se da contratto la Juventus ha un diritto di riacquisto fissato a 15 milioni. Anche Zaza, a giudicare dalle belle prove in Nazionale, ma anche dall’eurogol rifilato al Cagliari di Zeman nell’esordio di campionato, poteva essere una validissima alternativa a Coman e Morata. Un’alternativa tra l’altro già acclimatata alla Serie A, con un passato fatto di tanta gavetta e di tanta voglia di emergere. Coman all’esordio con la Juventus ha fatto cose discrete, e la pubblicista ha subito pompato la mano, forse con il ragionevole aiuto dell’ufficio stampa bianconero. Morata deve ancora dimostrare di essere quel top player che tutti presumono sia. Coman, anche se fosse vero essere destinato a ricalcare le orme di Pogba, in questo momento non è certo un top player. Lo diventerà, si spera, per cui in questo momento la Juventus avrebbe potuto avere due splendidi giocatori italiani a costi relativamente ridotti con il grande orgoglio di esserseli costruiti in casa. Due giocatori tra l’altro forse più forti e temprati anche di un certo Iturbe, per settimane inseguito dalla Juventus e poi lasciato alla Roma. Il rilancio del calcio italiano passa anche dal coraggio di insistere e di credere nelle proprie scelte, all’estero spesso giudicano prime se non primissime scelte. Per questo il voto da dare alla società, alla dirigenza e al direttore sportivo e sotto la sufficienza.
Per tornare invece ad Allegri e alla squadra qualcuno afferma che il collettivo sia meno forte a causa della partenza di Conte. Sarebbe stato lui la marcia in più della Vecchia Signora, la benzina che l’ha spinta a vincere tre scudetti di seguito. Di vero c’è che Allegri non ha la caratura di Conte. Ma ha una squadra forse più forte di quella dello scorso anno per valori individuali, a cui si deve aggiungere la crescita incredibile di un giocatore come Pogba, oggi forse il più forte al mondo nel suo ruolo, nonostante la giovane età. Ha solo 21 anni ed è già un pilastro della sua Nazionale. Inoltre la Juventus ha ritrovato Simone Pepe, un giocatore fondamentale in grado ricoprire più ruoli e di dare continuità e qualità alla squadra. E ha mantenuto Vidal. Anche se bisogna capire lo stato del suo ginocchio. Nella prima gara di campionato il cileno ha dimostrato di essere al top. In Nazionale pare che siano sorti problemi e sia tornato il solito dolore post operatorio. Ma nel caso Vidal torni ad essere il solito incontrista a centrocampo e l’attaccante aggiunto in avanti allora i valori saranno di nuovo in favore della Juventus, che nell’esordio di campionato ha dimostrato di non essere affatto appagata, producendo tanto gioco e tante occasioni da gol. Il banco di prova vero sarà la prossima gara con l’Udinese.