Roma, mercoledì 10 dicembre 2014 – Una Juve a metà. Nell’ultima partita della fase a gironi della Champions la squadra di Allegri contro l’Atletico Madrid del Cholo Simeone si accontenta di un pareggio. I bianconeri non hanno giocato male, hanno tenuto palla, hanno provato a fare movimento e ad arrivare nei pressi della porta difesa da Moya, però non hanno spinto fino in fondo sull’acceleratore per vincere la gara. Per paradosso gli ospiti, pur giocando una partita difensiva, tutta impostata sul contropiede, che rare volte è scattato, si sono ritrovati a calciare in porta di più, nel primo tempo, con maggiore incisività, mettendo in difficoltà Buffon, che si è dimostrato essere ancora una volta il migliore degli undici in campo e tra i migliori al mondo. La Juventus si è mossa bene, ha avvolto con una fitto gioco di passaggi e di trame gli avversari. Ha mosso palla da una parte all’altra del campo, per molti minuti ha schiacciato un Atletico teso a non affondare il colpo nella sua metà campo. Si è dimostrata solida, anche se ha patito il timore reverenziale per una compagine che non è più la seconda forza della Champions League e che fa della difesa ad oltranza della propria area uno dei suoi punti di forza. O almeno lo ha fatto in questa ultima gara in cui era già qualificato, anche se a rischio di perdere il primato nel girone. La Juventus dalla sua aveva la possibilità di battere una grande squadra, di restituire la sconfitta dell’andata di Madrid, dove un gol di Arda Turan a 15 minuti dalla fine aveva decretato una sconfitta in fondo non meritata dalla Vecchia Signora. Il pareggio e la vittoria consentivano alla squadra di Allegri di accedere alla fase a gironi. Però una vittoria con due reti di scarto avrebbe permesso alla Juventus di passare il turno come prima della classe e avere la possibilità di evitare squadre temibili come il Real Madrid, il Bayern Monaco, il Chealsea o il Barcellona. Adesso tutto dipenderà dal sorteggio di lunedì prossimo.
La Juventus, va detto, in parte ha abdicato alla possibilità di arrivare prima. Non ha mai affondato il colpo forse per paura di scatenare le reazioni degli avversari. Così facendo ha evitato di misurarsi davvero e fino in fondo con una diretta avversaria. Era importante capire quale sia il livello di forza della Juventus. In estate nessuno avrebbe pensato che la partenza traumatica di Conte la Juve avrebbe potuto essere prima in Campionato e passare il turno di Champions League da seconda della classe (del resto in seconda fascia era stata messa, secondo le disposizioni del ranking Uefa). Quindi si potrebbe che quanto ottenuto finora sia un grande successo della dirigenza e di Allegri, ed in effetti lo è. Il tecnico sta lavorando bene e non sta facendo rimpiangere Conte. Adesso però la società dovrà essere molto fortunata, perchè le prossime due partite potrebbero essere le ultime in Champions per la Vecchia Signora. Ad ogni modo tentare il colpaccio anche per far capire di che pasta è fatta la squadra, e sopratutto fino a dove arriva l’ambizione bianconera, non sarebbe stato male. Gli uomini ci sono, ieri hanno retto bene il campo, anche se l’Atletico era appagato dall’avere la qualificazione in pugno. E se invece l’Atletico avesse avuto l’ansia di vincere la partita? Sarebbe riuscita la Juventus a contenere tatticamente, atleticamente e tecnicamente la squadra di Simeone? Non lo sapremo mai e così il test di ieri non è utile per capire la vera forza della squadra bianconera. E il prossimo test sarà offerto da due gare all’insegna del dentro o fuori, vincere o “morire”. La situazione andava testata. Lo si era in parte già visto con l’Olympiakos, dove la reazione juventina era stata buona. Ma la squadra greca aveva vinto la partita dell’andata immeritatamente, con l’estremo difensore che aveva parato anche l’imparabile e segnando una rete nell’unica vera azione di gioco espressa, peraltro su contropiede. Non era e non è all’altezza dei torinesi, stava per fare il colpaccio allo Stadium per demeriti bianconeri. Così non è stato e in quella occasione si era testata la forza del collettivo.
Ora tra le cose positive c’è che la difesa a 4 riproposta da Allegri ha funzionato. E’ andato bene anche Evra sulla fascia sinistra, anche se è ancora un po’ troppo timido. Bene Pirlo, Vidal. E bene anche Allegri che ha mostrato di sapersi muovere tatticamente sulle necessità del momento. L’abbassamento di Pirlo a quasi estremo difensore per liberarsi dalla marcatura a uomo di Mandzukic, sacrificato da Simeone sul fantasista bianconero, è stata azzeccata. Bonucci si è allargato a destra e così la Juventus ha potuto usufruire di due giocatori in grado di impostare il gioco e mettere in difficoltà l’Atletico. La mancanza di Marchisio è stata più grave, perchè con lui in campo la manovra bianconera avrebbe goduto di maggiore imprevedibilità. Pereyra si è comportato discretamente, ma non in maniera eccelsa. C’è da dire che ancora dubbi si hanno sulla personalità di alcuni elementi in squadra, tra cui Pogba, Pereyra, Evra, frastornato dalle consegne tattiche (laterale in un centrocampo a 5 con la Fiorentina venerdì, ieri difensore). Adesso il peggior nemico potrebbe essere l’appagamento. Domenica in casa contro la Sampdoria ci dovrà essere concentrazione e determinazione. Insomma lasciata la Champions alle spalle, riparte il Campionato fino ad arrivare alla pausa natalizia e alla Supercoppa Italiana. In questo momento è importante non perdere punti preziosi, viste anche le difficoltà della Roma.