Roma, lunedì 23 marzo 2015 – Terza vittoria consecutiva per 1-0 della squadra di Allegri, che come accaduto contro il Cesena spreca un rigore, ma porta a casa comunque i tre punti. Tevez segna un gran gol e certifica il suo momento di grazia. Dopo averne rifilati due al Borussia Dortmund, sblocca la gara di Torino e vendica l’allenatore dell’unica sconfitta subita finora in Campionato. Il Genoa di Gasperini, forse convinto che il passaggio del turno in Champions League e il +14 sulla seconda potessero in qualche modo rilassare e distrarre i bianconeri, pieni anche di infortuni a centrocampo, ha aggredito alto fin da subito la Juventus. Il tentavo era chiaro. Bloccare le fonti di gioco avversarie e provare a mettere in difficoltà la Signora proprio là dove in questi anni ha dimostrato di essere la migliore di tutte in Campionato: il giro palla. Ancora una volta però i conti sono stati fatti senza l’oste, perché i padroni di casa non solo sono entrati in campo motivati e convinti di dimostrare ancora una volta la propria superiorità, ma hanno mantenuto le caratteristiche principali,facendo girare palla e appoggiandosi molto su Llorente per tirare su la squadra. Lo spagnolo è partito un po’ così e così, ma alla distanza ha vinto la sfida contro i difensori centrali del Genoa e ha saputo orchestrare con i compagni, che si sono trovati spesso e volentieri nella tre quarti avversaria per mettere paura agli ospiti. Insomma la Juventus non si è lasciata andare all’ebbrezza dei festeggiamenti. Ancora niente è stato fatto o vinto. Con il passaggio del turno di Champions per il momento gode la società che incassa qualche milione in più, ma i giocatori devono ancora dimostrare di essere dei campioni. E Allegri conscio di questo e costretto dalle avversità di acciacchi e lungodegenti (Caceres, Pogba, Asamoah, Marrone, Romulo) ha presentato il 5-3-2 con la difesa titolare. Insomma con Buffon, Barzagli, Chiellini e Bonucci è difficile per ogni squadra passare, figuriamoci per il Genoa. Sulle fasce Lichtsteiner e Padoin hanno eseguito il loro compito di difendere e di attaccare con efficacia, mentre al centro Marchisio, Vidal e Pereyra si sono integrati bene.
Ma è stato Tevez il vero mattatore della serata, perché tornava a centrocampo e anche in difesa. Fraseggiava con i compagni, entrando in quasi ogni azione di gioco del reparto offensivo. Lottava su ogni pallone con grinta e cattiveria, andando anche a pressare da solo e rischiando di mettere in difficoltà difensori e portiere. La tenacia di questo giocatore, accompagnato anche da una forma fisica eccellente, sta facendo la fortuna della Juventus e di Allegri. Il gol è tutto merito suo. Ha raccolto un pallone di Pereyra al limite dell’area, ha fintato il passaggio al centro e poi, testa a terra si è buttato in area entrando dalla destra, lasciando indietro con uno scatto rapace due difensori e da posizione defilata ha fatto partire un bolide terra area che ha sbattuto sotto la traversa e si è infilato in porta, incolpevole il pur bravo Perin. Un’azione e una perla tutta di potenza, avvicinandolo per movimenti, temperamento e anche coraggio personale ai vari Aguero, Suarez, Cristiano Ronaldo. E così la Juventus ha trovato il suo top player, per provare la scalata di Champions. Intanto però ancora non si può parlare di Scudetto in casa bianconera. Il realismo di Allegri è disarmante, soprattutto per gli avversari. Poteva sembrare appagata la Vecchia Signora e insomma bisognosa di prendersi un momento di relax, almeno mentale. Invece è stata concentrata e attenta e lo sarà anche nei prossimi incontri di Campionato. Ci tengono tutti a questo quarto Scudetto consecutivo, anche se qualche pensierino alla coppa maggiore tifosi e società incominciano a farlo. La Juventus non si è fermata al gol di Tevez. Ha rischiato di segnare in un paio di occasioni con Llorente, che sul finire del primo tempo ha impegnato Perin di testa e ha colto una traversa nella stessa azione che ha visto per tre volte di seguito tirare in porta i bianconeri. Anche il secondo tempo non è stato una passeggiata per il Genoa, che aveva dato tutto nella prima frazione e che per questo è stato ancora di più irretito dal giro palla juventino.
Va registrato che nella ripresa il centrocampo della Vecchia Signora ha buttato via qualche pallone di troppo. Ad ogni modo alla mezzora ha trovato anche un rigore per atterramento di Pereyra in area dopo un bello slalom. Sul dischetto ci è andato Tevez, per cercare di incrementare il bottino in chiave classifica marcatori, ma il portiere di riserva ha fatto un grande intervento andando a prendere la palla proprio a fil di palo. Buffon dal suo canto per la terza volta di seguito è rimasto inviolato e non è stato quasi mai chiamato in causa. Se si escludono un paio di conclusioni vagamente insidiose nel primo tempo, nella seconda parte di gara nulla è accaduto di significativo dalle sue parti. Con il rientro di Barzagli la difesa a tre della Juve è davvero qualcosa di difficile da superare e questo promette molto bene in chiave europea. Il sorteggio di Champions sembrerebbe aver pescato la più abbordabile tra le sette avversarie della Juventus, ma contro questa difesa e contro questo modo di condurre le gare, con tecnica, intelligenza, aggressione e ripiegamento si è davvero curiosi di capire quanto valgono i bianconeri contro le grandissime. Ammesso che il Monaco non sia una di quelle.