Martedì 10 marzo 2015 – Pogba porta in orbita la Juve. Basta un gol del francese nel secondo tempo per piegare un Sassuolo che si è difeso con il coltello tra i denti e per allungare di due punti sulla Roma, fermata a Verona dal Chievo. La rete di Pogba, arrivata all’82’, bella per prodezza tecnica, fa tirare un sospiro di sollievo ad Allegri, a tutta la dirigenza e ai suoi tifosi. Dopo la sconfitta in casa con la Fiorentina e gli ultimi 20’ con la Roma all’Olimpico, dove una partita tenuta saldamente in mano si stava trasformando in qualcosa di completamente diverso, ci voleva una vittoria scaccia crisi. È arrivato un misero 1-0, rimediato peraltro a circa 10’ dalla fine del tempo ufficiale. Poca cosa diranno i critici e i malpensanti, però in campo c’è stata una sola squadra. Il Sassuolo si è difeso strenuamente, ha attaccato alto i portatori di palla per cercare di mettere in difficoltà i bianconeri e si è chiuso a riccio in difesa. Ha cercato di togliere profondità ai padroni di casa e ci è riuscito in parte, sperando di ripartire in contropiede come aveva fatto nella gara di andata, nella quale aveva strappato un pareggio importante in un momento della stagione in cui la condizione atletica sembrava essere straripante. I numeri infatti parlano chiaro. La Juventus ieri ha tirato in porta per 16 volte, contro le due del Sassuolo. Ha tenuto palla per il 62% della gara, contro il 38% della squadra di Di Francesco e in pratica non ha mai rischiato nulla. Non ha sfondato le linee difensive con facilità. Non ha vinto con 2 o più reti di differenza. Non si è messa nella condizione di avere la partita in pugno il prima possibile. Però alle volte le gare sono strane e senza un pizzico di fortuna possono prendere direzioni differenti. Insomma, dopo avere fallito i match point contro il Cesena e contro la Roma, ieri sembrava che Allegri e C. dovessero di nuovo perdere una ghiotta occasione per allungare sulla seconda e la sulla terza forza del Campionato (visto il pareggio del Napoli con l’Inter), ma alla fine Pogba è salito in cattedra e ha timbrato il suo settimo centro stagionale. Ha raccolto un cross basso di Pepe destinato a Tevez e con le sue lunghe leve si è trovato in posizione felice per calciare a rete da pochi passi fuori area. In pratica un rigore in movimento. Tiro impossibile da parare per il portiere Consigli e gol.
La Juventus schizza così a +11 sulla Roma a 12 giornate dal termine. Il bottino è buono, ma le insidie sono ancora molte. Troppe. Lazio, Fiorentina, Napoli, Torino e Sampdoria in questo momento della stagione stanno bene. Sono squadre in forma e possono essere avversarie molto difficili per una Signora stanca, con la testa alle supersfide di Champions e con le gambe appesantite dalle tante gare finora giocate. Se da una parte il calo psicologico della Roma può far ben sperare, dall’altra vedere la buona lena delle altre mette apprensione. Inoltre la lista degli infortunati importanti invece di assottigliarsi si allunga o per lo meno rimane uguale. Mancano all’appello Romulo, Asamoah e Marrone. In più per uno che rientra Barzagli (anche se si dovrà valutare la sua reale tenuta fisica nei 90’) un altro esce: Caceres, che in allenamento si è procurato la frattura del Malleolo (stagione finita). Dunque Allegri invece di avere abbondanza di elementi per affrontare bene questo finale di stagione, si vede costretto a fare i conti con le solite pedine. Meno male che Pepe si sta dimostrando una valida alternativa. Con l’assist di ieri, anche se in parte era involontario, è la seconda palla gol che fornisce ai compagni in due gare – l’altra l’aveva scodellata in area per la testa di Llorente nella gara contro la Fiorentina. I suoi dribbling, la sua lucidità in campo e il suo apporto nel gioco con i compagni – Pepe è un generoso – possono fare la differenza per una Juve a corto di fantasia e di nuove carte da giocarsi in campo. Anche perché i mali della Juventus sono quelli atavici che si porta dietro dalla gestione Conte. Manca un fantasista, dribblatore, che possa scardinare le linee mediane e difensive con una giocata in solitaria e aprire varchi là dove non ce ne sono. Poteva essere Romulo, acquistato apposta per la sua capacità di dribblare in verticale e creare scompiglio negli schemi avversari, ma il suo infortunio prolungato ne ha impedito l’utilizzo. Speriamo adesso che con il ritrovato Pepe qualcosa possa cambiare. In fondo è stato lui uno dei grandi protagonisti del primo Scudetto di Conte.