Roma, domenica 30 novembre 2014 – La Juve soffre con il Torino. Finisce 2-1 per i padroni di casa allo Juventus Stadium il 115° derby della Mole Antonelliana, anche se la rete della vittoria arriva a due secondi dallo scadere. Gara più difficile e ostica non ci può essere della stracittadina, sia essa milanese, genovese, romana o torinese. La rivalità tra le opposte fazioni è sempre molto forte, e tra bianconeri e granata non corre buon sangue, anche se ormai da anni i cugini del Toro non vivono stagioni esaltanti. All’alba della partita tutti avrebbero detto che, giocando in casa e presentando una condizione invidiabile e sopratutto una forza mentale e una sicurezza di schemi, la gara non avrebbe avuto sbocchi imprevedibili o eclatanti e si sarebbe da subito incanalata sui binari di una comoda vittoria per la Juventus. In effetti così è sembrato essere quando, dopo 20 minuti, l’arbitro ha fischiato il rigore per fallo in area su punizione di Pirlo dal limite. Dal dischetto segna per due volte Vidal (in quanto il penalty è stato fatto ripetere), spiazzando in entrambe le occasioni Gillet. Tutto liscio quindi e tutto secondo copione. Ma fin dai primi minuti di gioco è parso chiaro che la gara non sarebbe stata comoda per i padroni di casa. Il Toro di Ventura, invece di adottare la solita tattica aggressiva delle altre squadre, con la quale Empoli, Milan, Lazio, Genoa erano riusciti a mettere in apprensione la Vecchia Signora nella prima mezzora di gioco, pagando però alla distanza con la stanchezza, schiacciati dal maggiore tasso qualitativo dei bianconeri, ha impostato una gara attendista e di contropiede. Con gli attaccanti granata abili nel ribaltare le azioni e di affondare il corpo in una difesa poco veloce, Ventura ha preferito schierare tutti e 10 i giocatori di movimento a protezione dell’area, confidando in Dermian nel bloccare la fascia di Lichtsteiner, sempre il più pericoloso dei bianconeri per gli affondi continui, nonostante i piedi poco educati. Cosa che è puntualmente avvenuta. Sul fronte opposto il brasiliano Peres è stato fondamentale invece nel bloccare le discese di Evra, ancora poco inserito nel gioco juventino.
Ventura ha così chiuso tutti gli spazi confidando nella stanchezza degli avversari, ma anche della sua squadra, reduce comunque dalla partita di coppa di giovedì. Mentre infatti Allegri alla fine ha schierato la formazione tipo, con Evra a rilevare Padoin squalificato, il tecnico del Toro ha cambiato per sei undicesimi la propria squadra, dando un po’ di benzina in più ai suoi. Eppure nonostante questo ha preferito tirare i remi in barca, conservare le forze e chiudere gli spazi dalla metà campo in giù. I problemi così si sono moltiplicati per gli uomini di Allegri che non sono riusciti quasi mai a trovare i giusti spazi per affondare i colpi. Inoltre sono stati sorpresi da un veloce quanto incredibile ribaltamento di gioco con Peres abile nel prendere palla nella propria metà campo, sicuro nel superare prima Pogba e innescare una gara di velocità sulla faccia destra che ha lasciato indietro sia Evra che Vidal per arrivare fin dentro l’area di porta di Storari e far partire un missile in diagonale. 1-1 e palla al centro e Peres si è così guadagnato gli abbracci dei tifosi granata e l’appellativo di nuovo Maicon. Dal pareggio in poi per la Juve è stata una partita in salita, perchè gli ospiti si sono chiusi sempre meglio e perchè in mancanza di spazi e di colpi di genio da parte degli uomini di Allegri, non era facile trovare varchi per passare. Sono così emerse le solite mancanze che da tre anni affliggono i bianconeri. Ossia l’assenza di un fantasista in grado di superare l’uomo in velocità con un dribbling e di creare scompiglio nelle difese piazzate. La Juventus ci ha provato a vincere, stazionando per quasi tutta la partita nella metà campo avversaria. Ma i raddoppi sulle fasce e sui centrocampisti, gli spazi soffocanti di cui hanno goduto Pogba (in affanno fisico per le troppe partite giocate), Marchiso, Tevez, Llorente e Vidal, non hanno permesso che gli schemi soliti venissero costruiti.
Insomma è apparso chiaro che la Vecchia Signora ha sofferto di più con il catenaccio creato da Ventura che con le tattiche aggressive messe in campo da Lazio, Genoa, Empoli e a suo tempo Milan. Giocarsela a viso aperto non paga con la Juventus. Chiudersi in difesa, presidiando l’area di più. Anche se alla fine il Torino ha dovuto lasciare sul campo i tre punti grazie ad una prodezza balistica di Pirlo, scoccata a due secondi dal fischio finale. Inoltre il Toro con Quagliarella ha anche rischiato di fare molto male ai bianconeri in una delle rare ripartenze in contropiede avviate dai Granata. Dall’altra parte c’è però da dire che l’atteggiamento di Allegri e della squadra è stato encomiabile. Non hanno mai smesso di cercare la vittoria fino all’ultimo secondo giocabile, anche rischiando di prendere il gol. Negli ultimi 20 minuti la squadra è salita molto ed è stata costantemente in attacco, lasciando spesso uno contro uno gli uomini della difesa, nonostante il Toro avesse dimostrato quanto fosse pericoloso in velocità. Inoltre la manovra è stata sempre cercata attraverso il gioco di squadra, la palla a terra, il movimento dei giocatori, evitando lanci lunghi in area. Anche la rete del gol è arrivata da un ‘azione manovrata che ha liberato al tiro il fantasista bianconero dal limite. Fretta si! Ansia no! Questo è segno di maturità e comunque di sicurezza nei propri mezzi e nei propri limiti. Adesso arriva una trasferta difficile come quella di Firenze, dove la Juventus potrebbe lasciare giù punti importanti e farsi riagganciare dalla Roma, che rimane incollata ai bianconeri con tenacia.