Roma, domenica 7 maggio 2017 – Un pareggio che fa bene a entrambi. Questo poteva essere il sottotitolo dell’articolo, nel senso che l’1-1 di Torino nel derby della Mole, in fondo è poco doloroso per la Signora e alla squadra di Mihajlović fa crescere l’autostima. È poco doloroso per gli uomini di Allegri perché in fondo lo Scudetto è saldamente nelle loro mani. È solamente rimandata la festa. Cosa in fondo positiva visti gli impegni e la concentrazione che la Juventus deve mettere per il ritorno della semifinale di Champions che avrà martedì sera. Lo stesso tecnico bianconero ha detto a ragione che la festa scudetto in questo momento avrebbe potuto distrarre e rilassare gli animi. Detto questo, va però sottolineato che la squadra avrebbe meritato di vincere per quanto espresso sul campo. Anche se Allegri aveva avvicendato molti giocatori, facendo riposare Buffon, Dani Alves, Chiellini, Alex Sandro, Marchisio, Pjanic e Higuain, la formazione di “riserva”, ma sarebbe ingiusto definirla così, nonostante poche volte abbia giocato assieme, ha creato molto e raccolto poco. Soprattutto ha subito poco. Un tiro fuori di Belotti nel primo tempo. Un gol bellissimo e imparabile di Ljajić al 7’ della ripresa e un tiro parato bene da Neto su contropiede granata. Per il resto la palla è stata saldamente in mano alla Juventus che ha creato azioni e situazioni, ma ha concretizzato poco, comunque mettendo bene in evidenza le doti e le virtù Hart. Il portierone in prestito dal Manchester City di Guardiola si è esaltato in alcune situazioni; ha avuto il merito, nel primo tempo di opporsi ad un sinistro di Dybala; e la fortuna di veder finire fuori un anticipo di Mandzukic. Nulla a potuto sul destro potente, rasoterra, angolato e beffardo di Higuain al 92’, con il quale la Juventus ha pareggiato il risultato.
Certo è stato un pareggio ironico, se visto dalla parte Granata. Ancora una volta il Toro perde punti contro la Juventus a tempo scaduto. Così era successo con un fendente di Pirlo. Così era successo lo scorso anno con Cuadrado. Così è di nuovo successo ieri. Inoltre hanno reclamato per una espulsione eccessiva comminata al giocatore Acquah dal direttore di gara che ha punito un entrataccia del mediano su Mandzukic con il secondo giallo. In effetti il giocatore è entrato a valanga, e questo avrà tratto in inganno il Direttore di gara e il suo assistente, sul pallone, per poi investire il laterale bianconero. La svista arbitrale è finita per punire eccessivamente il Toro, che a parità di giocatori in campo non aveva espresso grande gioco. Sicuramente l’uomo in meno ha reso più difficile l’arrocco in difesa dei Granata, che sono capitolati solo al 92’, ma la cui strenua resistenza aveva retto non senza affanno. Per Allegri non c’è da preoccuparsi più di tanto. La Juventus b, zeppa di sostituti ha fatto molto bene. Le sbavature che si sono viste in campo sono state dettate solo dal fatto che l’undici schierato non sempre gioca assieme e quindi i meccanismi non erano fluidi e oliati come quando è schierata la squadra titolare. Un conto è cambiare alcune pedine, in genere due o tre, un conto è far riposare tanti giocatori. Tra tutti si è distinto Asamoah. Le sue chiusure in difesa e il suo gioco sulla fascia sono stati importanti. Dalla sua parte un fluidificante come Zappacosta non ha avuto vita facile. È vero che si potrebbe dire che la Juventus ha raddrizzato la gara solo quando allegri ha fatto entrare Higuain, Alex Sandro e Pjanic. Questo è innegabile e anzi è un dato di fatto. Però è anche vero che la squadra prima era stata solo sfortunata nelle conclusioni. E ad ogni modo i cambi servono per dare alternative e opzioni all’allenatore.
Alla fine il pareggio non è niente male, consente di mantenere un certo vantaggio sulla seconda in classifica e di dedicarsi con la mente sgombra da funesti pensieri alla gara di ritorno contro il Monaco che ci sarà martedì sera allo Stadium. Vinta quella la Signora sarà in finale di Champions League per la seconda volta in tre anni e proverà a vincere questa benedetta coppa dalle grandi orecchie. Anche se non sarà affatto facile e potrebbe fare la fine dell’Atletico Madrid, che per due volte, arrivato in finale vide sfumare il sogno Champions per mano del Real Madrid. Squadra contro la quale con ogni probabilità se la dovrà vedere la Juventus di Allegri.