Lunedì 19 gennaio 2015 – È stato un week end favorevole per i bianconeri che con la vittoria in casa contro un Hellas Verona dimissionario, e provato dal 6-1 incassato giovedì in Coppa Italia, allunga sulla Roma a + 5. La squadra di Allegri infligge altri 4 pesanti gol a Mandorlini e C., chiudendo la gara dopo soli 7’ con Tevez che smarcato da un velo intelligente di Pogba firma il 2-0. Le altre due reti arrivano nel secondo tempo e così il punteggio è rotondo e la festa dei tifosi bianconeri più grande. La Juventus è Campione d’Inverno per il terzo anno di fila. Per ricapitolare in gol ci vanno Pogba, Tevez, Pereyra e ancora Tevez. Ma nel corso della gara ci hanno provato ripetutamente Pogba, Morata, Tevez e Giovinco. Il Verona non è mai riuscito ad opporre resistenza ai bianconeri e Mandorlini dovrà faticare parecchio per rimettere in carreggiata i gialloblu, dopo aver incassato 10 reti in quattro giorni. Di altro non ci sarebbe da parlare se non che ancora una volta Allegri, dopo circa un’ora di gioco, ha abbandonato il 4-3-1-2 per il più solido 3-5-2. Insomma sta facendo le prove per poter cambiare in corsa il sistema di gioco, forse per trovarsi preparato quando dovrà affrontare le big europee, sperando magari di supplire in questa maniera al gap economico e di campioni che gioca in sfavore della Juve. Altra nota positiva è quella che ha visto tornare in campo in una gara ufficiale di Campionato Simone Pepe, finalmente recuperato dal pesante infortunio che lo aveva allontanato per due stagioni dalla Serie A. Infine con il rientro di Caceres, ancora titolare dopo Napoli, e la crescita costante di Evra anche la linea difensiva sembra aver ritrovato serenità con la possibilità di far riposare gli uomini.
Detto questo bisogna a questo punto parlare di Allegri e della sua nuova squadra. A luglio, quando accadde tutto il trambusto e Conte se ne andò quasi sbattendo la porta, sembrava che con il suo arrivo la Juventus si fosse indebolita e le gerarchie del Campionato si erano improvvisamente mischiate. Almeno nelle parole di alcuni commentatori. La Roma di Garcia e il Napoli di Benitez, le due squadre che si erano mosse meglio sul mercato, sembravano più idonee per lottare per lo Scudetto, mentre i bianconeri apparivano come un grande punto di domanda. Oggi al termine del girone di andata la squadra di Allegri si presenta in testa al Campionato, dove del resto è sempre stata fin dalla prima gara, con 5 punti di vantaggio sulla Roma di Garcia. Vanta il miglior attacco (42 gol) e la miglior difesa (9 gol). Inoltre ha superato la fase a gironi della Champions League e si troverà di fronte agli Ottavi un Borussia Dortmund che quest’anno ha fatto bene in Champions, passando come prima del girone (la Juventus è arrivata seconda dietro l’Atletico Madrid), ma che nella Bundesliga è penultimo in classifica e rischia seriamente la retrocessione. Insomma un’avversaria difficile, ma non impossibile come Real Madrid e Bayern Monaco. Un’avversaria per misurarsi e per vedere la reale forza della Juventus, visto che in Campionato – al di là delle vittorie con polemica ottenute contro Roma e Napoli – non ci sono forze in grado di contrastare la Vecchia Signora. Con i suoi 46 punti ottenuti finora, Allegri non ha la media di Conte, che lo scorso anno chiudeva il girone di andata con 52 punti (e un sonoro +8 sulla Roma), ma ha una squadra più frizzante e imprevedibile e diverse soluzioni facendo rotare gli uomini. Con il rientro di Caceres ad esempio Lichtsteiner ha potuto riposarsi e con Pereyra anche Vidal può recuperare con maggiore tranquillità. Questo non avveniva spesso lo scorso anno, dove la squadra titolare era una sola, e anche ad inizio di stagione per i troppi infortuni.
Allegri ha dimostrato di essere un allenatore da Juventus e anche di avere le idee chiare. Più chiare ancora però le ha avute la società che ha scelto lui, nonostante il triste esonero dello scorso anno con il Milan. Allegri è stato anche umile nel presentarsi davanti al pubblico bianconero, non toccando inizialmente le gerarchie della squadra. Ma adesso con il materiale umano che ha a disposizione e con le capacità tattiche che ha dimostrato di possedere può con sicurezza e maggiore serenità concorrere per il quarto scudetto consecutivo della Juventus, e divertirsi e divertire in Champions League, dove le gerarchie sono più definite e chiare, ma dove la squadra può incamerare tanta esperienza e magari con un po’ di fortuna superare ottavi e quarti. A settembre pochi forse avrebbero scommesso su Allegri e sulle scelte operate dalla società. Anche il mercato estivo sembrava essere stato condotto in sordina. Morata al posto di Iturbe (il più pagato della Serie A), Pereyra al posto di Cuadrado o di Sanchez, seguito a lungo e perso per 40 milioni. Evra svenduto dal Manchester United a 3 milioni di euro. La depressione dei tifosi era abbastanza palpabile. Eppure tutto alla fine si è risolto per il meglio. Morata ha giocato poco ma non si è svalutato come Iturbe alla Roma, che non sembra ingranare. Pereyra ha fatto tanta panchina, ma quando è entrato è interessante e imprevedibile come Cuadrado, anche se forse meno appariscente nei dribbling. Evra, dopo un periodo di reinserimento nel campionato italiano, sta adesso dando prova della sua bravura più e meglio di Cole, pescato dalla Roma questa estate ma evanescente. In più la Juventus si ritrova in scuderia un rinato Pepe. Un Caceres davvero sontuoso, anche se non elegante. E un Coman che sembra essere un nuovo colpo alla Pogba, che a soli 18 anni ha già incantato tifosi e dirigenti e il suo mister, che lo sta centellinando come un ottimo vino d’annata. Insomma per il momento il futuro appare roseo. E se nel prossimo giugno davvero arriveranno Zaza e Berardi, altri due gioielli bianconeri, sarà difficile per le altre squadre in Italia tenere il passo della Vecchia Signora. Altra cosa sarà l’Europa, ma la società vuole provarci questo è sicuro.