Roma, lunedì 14 agosto 2017 – Allegri ricomincia da dove aveva finito, perdendo una coppa. Dopo Cardiff, arriva anche la sconfitta contro la Lazio all’Olimpico di Roma, gara valevole per assegnare la Supercoppa italiana. I biancocelesti vincono per 3-2, dopo essere stati raggiunti sul finale grazie a due gol di Dybala. Inzaghi si vendica così della finale di Coppa Italia, persa contro i bianconeri. La Juventus è apparsa imbolsita, affaticata, lenta, poco reattiva, senza gioco, incapace di costruire e di difendere. Manca il collante tra i reparti e nell’intervallo, sotto di un gol, rigore trasformato da Immobile, Mario Sconcerti ha parlato di una squadra divisa in tre parti. Per sottolineare come non ci sia legame tra difesa, centrocampo e attacco. Cosa in parte vera. Higuain, Cuadrado e Mandzukic sono i tre grandi assenti del primo tempo. Dybala anche. Lo scorso anno si abbassava e veniva a prendere palla sul filo della tre quarti per giocarla con i compagni. Ieri praticamente non si è mai visto. Si è acceso solo gli ultimi 5’ del secondo tempo, raddrizzando la gara con due calci da fermo. Una punizione spettacolare (85’) e un rigore, procurato da Alex Sandro (90’). Per il resto Dybala non è mai sceso in campo, come i colleghi di reparto. Indaghi invece voleva la Coppa e ha preparato una bella gara. Ha eretto un muro davanti alla difesa bianconera, con cinque giocatori che andavano a pressare e marcavano a uomo i centrocampisti bianconeri. Pjanic e Khedira sono stati isolati e disinnescati e nessuno ha mai trovato tra le linee Dybala, Cuadrado e Mandzukic, che per parte loro si sono sbattuti poco per aiutare la squadra. Insomma l’assenza di un regista si è fatta sentire. Senza i lanci di Bonucci chi ieri poteva creare gioco in mezzo al campo per la Vecchia Signora?
Ma la stessa difesa è parsa poco abile nelle chiusure preventive e nel saper leggere in anticipo la partita. Il rigore di Immobile nel primo tempo è scaturito da una ripartenza in cui i due centrali si sono visti scavalcati da un filtrante rasoterra. Il secondo gol, quello del due a zero, da un cross dalla destra che Immobile a centro area ha avuto la bravura di impattare e mettere alle spalle di Buffon (10 gol subiti in cinque gare, 14 se si conta anche la finale di Champions). Un po’ di Juventus si è vista solo quando la Lazio è scesa di condizione, anche perché abbastanza sicura del risultato (2-0) sono entrati Douglas Costa, Bernardeschi e De Sciglio. Il brasiliano si è dato da fare, ma non si contano azioni importanti. Anzi la Lazio, seppure stanca, ha avuto le occasioni più nitide, costringendo Buffon a due parate importanti. L’unica vera azione bella della Juventus era arrivata al 3’ del pt, con Cuadrado che imbeccato da Alex Sandro ha sparato a colpo sicuro a un metro dalla porta. In quel caso si è esaltato il portiere Strakoscia con una parata d’istinto che ha cambiato il volto della gara. Per il resto la Juventus non è più pervenuta, fino all’85’, quando Dybala ha trasformato la punizione dal limite in un rigore. E poi a tempo scaduto ha anche realizzato il rigore assegnato da Massa, giustamente. Palla al centro e la Lazio ha trasformato l’azione di attacco dei bianconeri, ormai galvanizzati dal pareggio, in una replica. Lukaku ha affondato su De Sciglio, superandolo con facilità estrema, e crossando a centro area. Sulla palla è arrivato il giovane Murgia, pallino di Indaghi, che ha messo in rete il gol della vittoria. Alla Lazio è bastato così solo due minuti sui quattro totali di recupero, che l’arbitro aveva concesso, per vincere la Supercoppa.
Vittoria meritata quella del collettivo biancoceleste. Ha giocato meglio. Ha creato occasioni. Ha bloccato tutti i reparti dei bianconeri. La Juventus è molto indietro di condizione. È calcio d’agosto si dirà, però la squadra presenta della notevoli pecche. Non ha un regista di ruolo. L’unico che può fare questo è Marchisio, nel 3-5-2. Sia il modulo sia il giocatore ieri non sono stati rispolverati. Privi di Bonucci, alla squadra manca chi imposta l’azione. La Juventus ha bisogno di un regista, così come è stata costruita è prova di contrappesi. È calcio d’agosto. Intanto per Allegri è la terza coppa che perde in pochi mesi, la seconda Supercoppa consecutiva.