Roma, mercoledì 26 ottobre 2011 – La Lazio cambia pelle ma non il vizio. Con il Catania è la Lazio di sempre: quando è il momento di fare il grande salto c’è qualcosa nel dna laziale che limita le ambizioni e la rende vulnerabile. Una vittoria avrebbe consentito alla formazione di Reja la scalata alla vetta della classifica, ma il pessimo secondo tempo dei biancocelesti ha consegnato alla formazione etnea il pareggio (1-1).
E’ stato Klose, quinto gol in campionato, con un preciso colpo di testa a regalare il vantaggio ai laziali che, dopo aver dominato la prima frazione di gioco, nella ripresa hanno consentito alla formazione di Montella di conquistare metri di campo e centrate il pareggio, per uno svarione difensivo di Stankevicius. Solo dopo la rete subita la Lazio è tornata padrona del campo e del gioco, ma la stanchezza e le idee, mai così confuse, non hanno consentito ai biancocelesti di conquistare i tre preziosi punti.
Mister Reja ha modificato il tema tattico laziale, passando dal 4-3-1-2 al 4-3-3 per le varie defezioni dovute a squalifiche (Dias), infortuni (Mauri, Gonzales e Matuzalem) e con Hernanes relegato in panchina per problemi fisici. E’ Marchetti a difendere la porta laziale con la linea difensiva composta da Konko, Stankevicius, Biava e Radu. A sostenere il centrocampo è Lulic, Ledesma e Brocchi. Trio d’attacco affidato a Sculli (nella foto), Klose e Cissè.
La gara
E’ la Lazio a fare la partita e in apertura di gara è Sculli a rendersi pericoloso. Il Catania, schierato con il 5-3-2, effettua un catenaccio d’altri tempi, in barba a tutti coloro che sostengono che i giovani tecnici sono fautori di nuove idee. Gli etnei si affidano ai tiri dalla distanza con Del Vecchio, ma Marchetti dimostra di meritare la convocazione in nazionale. Al 17’ la Lazio passa in vantaggio: Brocchi pennella al centro dell’area di rigore un preciso assist per Klose che di testa batte Andujar.
La Lazio si getta in avanti alla ricerca del raddoppio con Sculli che alla mezz’ora sfiora in due occasioni la marcatura. L’unico sussulto catanese è dopo la mezz’ora per un disimpegno errato di Brocchi che innesta il contropiede degli ospiti, che però vengono stoppati dalla retroguardia laziale. Trascorrono i minuti senza particolari emozioni, con la Lazio che non riesce a scardinare il muro siciliano, che non fa trapelare nella propria area neanche un sospiro laziale. Ultimo sussulto, prima della fine del primo tempo, è di marca catanese con Almiron che dalla distanza impegna severamente Marchetti.
Nella ripresa la Lazio appare sottotono a poco determinata e consegna le chiavi del centrocampo alla formazione siciliana, che si rende pericolosa con una conclusione dell’argentino Bergessio, neutralizzata da Marchetti. La Lazio soffre a centrocampo e il tecnico goriziano mette in campo Hernanes al posto dell’inconcludente Cissè. Il Catania continua a macinare gioco, senza mai rendersi pericoloso, ma è la Lazio a complicarsi la vita con Stankevicius, al 18’, che regala la palla a Bergessio e questi batte l’incolpevole Marchetti.
La Lazio corre ai ripari, con Kozak che subentra a Sculli per irrobustire il settore avanzato. I laziali si affidano al fraseggio e raramente spiovono in area di rigore cross per la coppia d’attacco Klose-Kozak, che appaiono del tutto fuori dal gioco. L’unico a provarci è Hernanes, ma la giornata storta del brasiliano non consente alla Lazio di conquistare la vittoria tra mille rimpianti. Dopo il triplice fischio finale, giusto tripudio dei tifosi laziali, che accompagnano i calciatori all’uscita dal campo con fragorosi applausi, segno di un nuovo rapporto tra la squadra, tecnico compreso, e la gente laziale.