Roma, Lunedì 2 settembre 2013 – Sembra non essere reale, eppure lo è. Sembra non essere Roma e la Roma, ma lo è. Sembra che dopo queste prime due giornate, finalmente si respiri una ventata di ottimismo, sconosciuto fino a 2 anni fa. Finalmente si sembra risvegliata quella piccola voce dentro ogni tifoso che grida “ce la possiamo fare, questo è l’anno giusto”. Ora uno penserebbe che è nell’indole di ogni tifoso essere un po’ sognatore shakespeariano di mezza estate, ma quest’anno è diverso. Quest’anno c’è qualcosa nell’aria che ormai a Trigoria era sconosciuta. L’ottimismo. Supportato dal gioco, dal carisma dei giocatori, dall’allenatore, dalla gente, da tutti. Tutti remano dalla stessa parte. Questa “voce” deve averla sentita anche Miralem Pjanic ieri pomeriggio. Un giocatore arrivato a Roma con molte credenziali ma che non ha mai dimostrato il suo vero valore da quando è in Italia. Questa volta sembra diverso. Sembra che la “voce” sia arrivata anche a lui. Quando uno fa quei gesti in campo, o è matto o è bravo (come dichiarò Totti dopo il cucchiaio a Euro 2000 contro l’Olanda). Dato che matto non crediamo lo sia, allora il cerchio si restringe. Come Agostino Ugolini, noto pittore veronese, fu allievo del maestro Gian Battista Burato, si può dire che Pjanic è stato allievo di Totti. Si, perché quella di ieri è stata veramente un’opera d’arte. E come non apprendere questa tecnica se non avendo accanto un campione del calibro del capitano giallorosso. Ormai suo marchio di fabbrica. Il cucchiaio. Gesto beffardo, ai limiti della sbruffonaggine, dell’indecenza, dell’incuranza, che solo i fuoriclasse sanno avere. Se si parla in questi termini, non si può non menzionare la freccia Maicon. Un vero treno su quella fascia. Trascinatore, stacanovista, impressionante la sua falcata. Una vera sorpresa per tutti i tifosi giallorossi. Anche se ieri il gol non può essere assegnato a lui, resta il fatto che ha impressionato tutti con questo inizio di stagione “colossale”. Ciliegina del pomeriggio è stata sicuramente la rete del debuttante Ljajic. La “voce” deve essere passata anche per Firenze.
I padroni di casa provano subito ad attaccare e fare la partita, ma l’Hellas di Mandorlini è squadra che dimostra di tener testa a chiunque e di saper chiudere bene gli spazi, concedendo alla Roma, poche occasioni, con molte conclusioni dalla lunga distanza. Da segnalare subito dopo 3′ l’occasionissima mancata da Florenzi servito al bacio da De Rossi, che da solo a tu per tu con Rafael non trova il goal del vantaggio. Al 15′ è il turno di De Rossi a provare la conclusione dalla lunga distanza ma il portiere del Verona devia in angolo. De Rossi molto propositivo in mezzo al campo, al 25′ guadagna una punizione dopo una serie di dribbling. Totti si incarica di batterla: tiro secco e rasoterra sul palo del portiere ma ancora Rafael e devia bene la sfera. Lo stesso Totti al 38′ serve splendidamente Strootman in area, ma l’ex Psv calcia debolmente col piatto sinistro. Ancora Strootman in chiusura di tempo, dopo una bella giocata di Gervinho, non riesce a buttarla dentro. Ammoniti nella prima frazione i romanisti Balzaretti e Florenzi, per il Verona Jankovic per un brutto fallo su Totti. E ed è cosi che si chiude il primo tempo a reti bianche.
Come con il Livorno, la Roma segna e raddoppia dopo pochi minuti, prima Maicon trova il goal del vantaggio. Totti apre a destra trovando l’esterno brasiliano che mette il pallone teso al centro e sfortunato Cacciatore devia la sfera in goal. Il forcing romanista non si ferma, e al 59′ Pjanic si inventa un pallonetto morbidissimo che sorprende Rafael, splendida la rete del bosniaco. Il Verona non c’è più. Al 66′ è il turno di Ljajic (in foto), entrato da pochi minuti sostituendo Florenzi: l’ex giocatore della Fiorentina entra subito in partita e si regala un esordio con goal. Secca la sua conclusione con un destro dalla lunga distanza e Rafael è nuovamente battuto 3 a 0 e risultato in cassaforte. Si prosegue con gli olè del pubblico dell’Olimpico che accompagnano ad ogni azione i giocatori della Roma. Hallfredsson cerca accorciare le distanze al 76′ ma è sfortunato perché colpisce la traversa dopo una splendida conclusione. Difesa giallorossa praticamente quasi mai impegnata, e un De Sanctis che è stato a guardare per tutto l’arco del match. Buona conclusione di Juanito all’80’: tiro a giro di poco fuori. Termina cosi: 3 a 0. Troppa Roma per questo Verona. Ottimo esordio casalingo, la squadra di Rudi Garcia cresce bene. Il Verona deve lavorare e concedere meno situazioni offensive alle squadre che affronta: bene nella prima frazione, male nella seconda.
Dopo queste due giornate, possiamo dire che questa voce non è flebile, non è un sussurro, ma è un vero e proprio grido: la Roma c’è. E’ tornata. Ora però sta alla stessa squadra capitolina confermare quanto di buono visto in questo inizio di stagione, per non tornare presto muti. Magari senza voce si, ma per un gol decisivo.