Roma, sabato 28 gennaio 2016 – E’ la dura legge del calcio. Dominio assoluto del campo con continue conclusioni in porta, neutralizzata da un super Sorrentino, e poi allo scadere la beffa: rete di Inglese. Mai gara potrebbe rappresentare alla perfezione un dogma calcistico che si ripete negli anni e la Lazio, almeno in questo, ha un’ampia casistica.
Dopo la sconfitta esterna contro la Juventus, la Lazio era attesa da un immediato riscatto che avrebbe consentito ai laziali di rimpolpare una classifica interessante per la corsa in Europa League. La sconfitta contro i veneti fa scivolare la Lazio al quinto posto, superata dall’Inter, e per un posto in Europa la Lazio da ora non potrà più sbagliare. Con l’Atalanta e il Milan che spingono alle spalle dei laziali, un altro passo falso potrebbe gettare al vento quanto di buono fatto in questo campionato dalla formazione di Inzaghi, squadra che a inizio stagione nessuno avrebbe scommesso per il mediocre campionato dello scorso anno e per la querelle estiva con l’allenatore argentino Bielsa. Insomma l’ex tecnico della primavera laziale ha saputo dare, in breve tempo, un’impronta di gioco e una fisionomia alla squadra che ha disputato un ottimo girone di andata.
A poche ora dal termine della sessione invernale di calcio mercato, la Lazio è ancora ferma al palo nella casella entrata. Con il solo Immobile a cantare e portate la croce nel settore offensivo, alla Lazio avrebbe fatto comodo un altra punta centrale con un profillo simile a Borriello o Pinilla, tanto per fare dei nomi di questo livello. Djordjevic, in questi anni, ha dimostrato ampiamente la sua insofferenza per il campionato italiano, difficilmente è apparso integrato al gioco e alla manovra laziale.
La tattica
La Lazio ha rinunciato allo squalificato Immobile, sostituito dal centravanti serbo, e da Marchetti, fermo per un problema fisico, con Strakosha a difendere i pali. Mister Inzaghi si è affidato al solito 4-3-3 e in difesa ha fatto di nuovo ruotare la coppia centrarle difensiva: fuori Bastos e Wallace, dentro la coppia olandese De Vrij e Hoedt con Basta e Radu sull’out del rettangolo di gioco. Centrocampo titolare con Parolo, Biglia e Milinkovic e in fase offensiva a coadiuvare Djordjevic, spazio al rientrante, dopo un turno di squalifica, Lulic e Anderson.
La gara
Discreta presenza sugli spalti della comunità cinese all’Olimpico: la Lazio, in vena di promozioni, ha dato la possibilità per il capodanno cinese di far entrare gli orientali con prezzi vantaggiosi. Minuto di silenzio per le vittime di Rigopiano.
È la Lazio a fare la partita con forcing a tratti asfissiante. Anderson sulla destra in diverse occasioni salta l’uomo con estrema facilità, ma è impreciso nell’ultimo tocco. Il ritmo è blando e dopo una fiammata di Anderson in apertura di gara, si devono attendere venti minuti per rendere la vita difficile a Sorrentino. Un colpo di testa di Parolo viene salvato in calcio d’angolo dal portiere avversario. La Lazio sonnecchia, ma alla mezz’ora Sorrentino, migliore in campo, riesce a compiere altri due miracoli su due conclusioni di Milinkovic e l’indomito Parolo. È il momento migliore per i padroni di casa, che hanno la possibilità di passare in vantaggio con Anderson il quale, dopo aver saltato tre avversari, si presenta a rete, ma Sorrentino, ancora lui sulla strada della Lazio, chiude lo specchio della porta e addio vantaggio laziale.
È il Chievo? Solo allo scadere Izco si affaccia in area laziale, ma Strakosha sventa la minaccia veneta, senza particolari sussulti.
Nella ripresa stesso sparito, con la Lazio che si proietta in avanti alla disperata ricerca del gol e con Sorrentino che neutralizza diverse occasioni tra cui quella di Parolo che avrebbe meritato miglior sorte. Anche il destino volta le spalle alla Lazio e, dopo un rigore su Milinkovic non evidenziato da Fabbri di Ravenna, è Inglese a dare la mazzata allo scadere della gara. Ripartenza dei veneti con la difesa laziale che va in bambola, per Inglese è un gioco da ragazzi battere il portiere laziale che nulla può sulla conclusione avversaria.