“L’opera di tutti e quattro fu messa assieme, giudicata e studiata attraverso la sola qualità ovviamente comune a tutti: la novità; così ebbe origine il nome Art Nouveau.”
Henry van de Velde
Roma 29 gennaio 2013 – Agli inizi del secolo scorso l’Europa fu coinvolta dalle Arts and Crafts anglossassoni in quella rivoluzione culturale che si diffuse a macchia d’olio tra le diverse ideologie estetiche dell’epoca. Una rivoluzione stilistica che in Italia divenne nota sotto il nome di stile “Liberty” e che diede il via a una delle più grandi produzioni architettoniche e artistiche dei primi anni del Novecento. Sull’onda delle parole dell’architetto belga Van de Velde la città di Forlì rende omaggio ai grandi protagonisti italiani del genere con la mostra “Liberty. Uno stile per l’Italia moderna”, all’interno dei Musei San Domenico dal 1° febbraio al 15 giugno 2014. Così come è stato per tutti gli eventi realizzati nella città romagnola così Forlì delinea con quest’evento l’occasione di sottolineare un preciso legame tra il territorio e questa forma d’arte.
L’Emilia e la Romagna furono da sempre tra i luoghi più produttivi e influenti della “Bella Époque” italiana. Quello che in Francia si definiva come Art Nouveau, in Inghilterra come Modern Style e in Germania come Jugendstil, in Italia diventerà noto come stile “Liberty” dal nome del magazzini inglesi di Arthur Liberty tra i primi in Europa ad avere oggetti d’arte e tessuti disegnati in questo stile. Una vera e propria tendenza nonchè trampolino del rinnovamento che dominò l’Europa tra la fine dell’Ottocento e primi anni del Novecento. Dopo le due rassegne dedicate a Wildt nel 2012 e al Novecento nel 2013, la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con l’Amministrazione Comunale intende così esplorare la grande stagione che esaltò la nuova Europa di inizio secolo. Tra modernismo ed innovazione l’uomo dell’epoca esprimeva quella nuova essenza estetica che oggi possiamo ammirare in questa bellissima mostra. Non più il naturalismo o lo storicismo del passato. Ma una nuova consapevolezza del bello e delle sue influenze tra i vari grandi nomi del tempo. Di fatti una delle figure messe al centro di quest’esposizione sarà quella di Sandro Botticelli quale riconosciuto precursore del genere.
Tra le sale dei Musei San Domenico l’allestimento darà modo di confrontare ed ammirare gli effetti spettacolari, la pittura, la scultura, le arti decorative dalle vetrate ai ferri battuti, dai mobili, agli oggetti d’arredo, dai tessuti ai gioielli. Tra temi selezionati e alcune soluzioni formali sarà possibile tracciare una linea comune tra i dipinti di Boldini, Previati, Nomellini, Baccarini, Kienerk, Grubicy de Dragon, Segantini, Pellizza da Volpedo, Longoni, Sartorio, De Carolis, Marussig, Zecchin, Chini, Casorati, Mucha, Boccioni, Dudreville, Innocenti, Bocchi, Viani e le sculture di Bistolfi, Ximenes, Trentacoste, Canonica, Rubino, Andreotti, Wildt, Martini, le vetrate e i ferri battuti di Mazzucotelli e Bellotto, le ceramiche di Galileo Chini, Baccarini, Cambellotti, Spertini, Calzi, i manifesti di Dudovich, Terzi e Hohenstein. Attraverso un apposito apparato grafico vengono delineati i rapporti con la letteratura di D’Annunzio, Pascoli e Gozzano.
Anche la musica di Puccini, Mascagni e Ponchielli nonchè i confronti europei di autori immortali come Klimt, Adler, Moser, Tiffany, Klinger, Boecklin, Van Stuck, Morris e Leighton. Grazie al MIC (Museo Internazionale delle ceramiche) di Faenza, la produzione di ceramiche d’arte è documentata ad un altissimo livello tra i maggiori esiti del Liberty italiano. Prima di abbracciare i miti avanguardistici la borghesia italiana e l’artista dell’epoca compiono il più grande tentativo di identificarsi con uno stile, con un’epifania della forma tale da evocare sentimenti, libertà e bellezza tipiche del tempo.
Informazioni e prenotazioni mostra
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Riservato gruppi e scuole
tel. 0543.36217 mostraliberty@civita.it www.mostraliberty.it Orario call center
dal lunedì al venerdì: 9-18 sabato: 9-12, chiuso nei festivi