La delusione e la sofferenza l’accompagnano negli anni finchè alla sua porta non bussano, non uno, bensì due giovani: un bel farmacista, che diventerà, visto il buon partito, il suo promesso sposo e il travolgente e passionale ma umile accordatore di pianoforte. Una bella storia d’amore che non si allontana da un attenta ed elegante descrizione del contesto in cui è stata ambientata, senza, tra l’altro, staccarsi mai dal racconto del sofferente vissuto interiore della protagonista. In questo modo si accompagna il lettore nel lungo viaggio spirituale e mentale di Virginia, facendogli vivere il patos emotivo dei forti sentimenti e la difficoltà di lei di compiere scelte importanti che le cambierebbero la vita. Quell’intrigo passionale e sentimentale, insomma, che tormenta chiunque si trovi davanti a importanti bivi che la fatalità della vita spesso comporta. L’ambientazione storica è ben costruita. Sono gli ultimi scorci degli anni 50, quando l’Italia si affacciava al periodo d’oro della sua economia. Un’epoca quella in cui era ancora forte il senso del dovere morale su qualsiasi aspetto della quotidianità, soprattutto se si trattava di stare attenti a non trasgredire le regole dettate dalla classe sociale a cui la propria famiglia apparteneva. E Virginia ne è un esempio. Una donna combattuta, alla continua ricerca del coraggio di prendere una decisione tra il vivere un amore, quello vero carico di passione, quello che fa sentire vivi e un amore più “sicuro” quello che la mentalità nella quale è stata educata l’ha portata a scegliere, perché, come spesso accade, non infrange le “regole” del buon costume. Ma cosa accade quando giunge all’improvviso, proprio quando meno te lo aspetti, un amore forte, travolgente che ti sveglia dal torpore in cui vivi mettendoti in contrapposizione alla stereotipata routine della quotidianità? Ed è proprio allora che ci si pone una domanda: si vive meglio rincorrendo le spinte emotive della propria interiorità o, al contrario, è meglio seguire le regole dell’artificiosità degli schemi sociali? Non è solo un romanzo questo di Francesco Fiumara, è una critica ma anche un incitamento a vivere la vita con coraggio, quella che ogni persona sente di realizzare, ma che spesso ancora oggi, magari per motivi diversi a quelli di Virginia, evita di perseguire perché timorosa di uscire da quel guscio che il contesto in cui è cresciuta ha costruito per lei.