Roma, venerdì 19 luglio 2013 – In libreria dall’inizio di luglio C’ero una volta di Lulù Librandi per Fazi editore nella collana Le Meraviglie. L’autrice, avvocato calabrese, che da anni lavora a Roma in uno studio legale internazionale, è al suo romanzo di esordio. Proviene dalla scuola di scrittura creativa “Omero”, in realtà si chiama Maria Assunta Galluccio ed è originaria di Rossano. Ha anche una rubrica di costume nel blog “Le Meraviglie”. Lulù è anche il nomignolo della protagonista, Maria Luigia Librandi, avvocato. Donna che insegue carriera e amore, destreggiandosi tra insicurezze e difficoltà e che nel momento di massima confusione ritrova la sua consapevolezza in una borsa di Hermès in coccodrillo rosa. L’incipit del romanzo è infatti il risveglio della donna, priva di memoria, in una clinica, l’unica cosa che ha accanto è la sua borsa ed un biglietto di perdono. La trama si dipana poi per flash back, vari tentativi di far riemergere i ricordi, aiutata dal bel medico quarantenne di turno. Se son rose fioriranno. Qua e là citazioni di Charlie Brown e la colonna sonora di Jovanotti.
“E’ un libro leggero ma non troppo, perché con leggerezza tocca temi importanti come l’insicurezza e l’inserimento di una donna in un contesto estraneo, dove deve faticare il doppio rispetto ad un uomo, ma alla fine la mia protagonista ce la fa”. E ancora “la protagonista è parte di me. Da dodici anni lavoro in uno studio d’affari a Roma e volevo leggere la realtà che mi circonda seguendo la mia vena umoristica. Molte persone dello studio si sono riconosciute nella storia e adesso ci tengono al loro personaggio. All’inizio avevo qualche timore, ma l’hanno presa bene”. Il lancio del libro si è svolto con un aperitivo tra fiori di pesco e alberi di limone alla Villetta Ruggeri del Foro Italico. Dress code: Pink touch, qualcosa di rosa. Tutto a richiamare le atmosfere glamour del romanzo. La cornice del libro è Roma allegra ed accogliente, festaiola e mondana, che l’autrice ha effettivamente conosciuto e apprezzato. E infatti c’è la dedica “alla città eterna che non mi ha discriminata. Anzi, mi da dato tutte le opportunità che cercavo quando sono arrivata dalla Calabria”. L’autrice fintamente imbarazzata dal paragone, con Sophie Kinsella, annuncia un seguito qualora questo romanzo dovesse avere successo. Chissà se il sequel, dopo la crisi mondiale, vedrà cambiare l’oggetto del desiderio dei suoi protagonisti e ricorrere a realtà più abbordabili della borsa di Hermès, raccontate però con lo stesso senso dell’umorismo.
Fiona Serrelli