Roma, martedì 16 ottobre 2012 – Il testo teatrale che Mariangela D’abbraccio porta in scena al teatro Vascello di Roma è tratto dall’omonimo libro, “Marilyn Monroe Fragments. Poesie, appunti, lettere di Marilyn Monroe”, pubblicato da Feltrinelli. La regia è di Carmen Giordano e le musiche dal vivo sono eseguite al contrabbasso da Raffaele Toninelli (guarda il trailer). Lo spettacolo presenta una drammatica e vorticosa discesa nell’animo della diva, mettendo lo spettatore davanti alle angosce, alle paure, alle delusioni che gli uomini le infliggevano. «Mi aprono … e non trovano assolutamente nulla … è uscita soltanto segatura così sottile – come da una bambola di pezza – e la segatura si sparge sul pavimento e il tavolo». I ruoli di successo giocati sui set con grandi attori le rimasero poi cuciti addosso, a causa della beffarda incapacità dello star system hollywoodiano dell’epoca di difendere i suoi “campioni” più fragili. Vita fittizia e vita reale si fusero così sulla sua persona, facendone un’icona sexi di graffiante e solare bellezza, ma con un instabile senso di precarietà sempre presente. Tutto questo porta sulla scena la D’Abbraccio, mettendo a nudo la personalità e la sensibilità di una donna che non ha saputo sopportare il peso di una solitudine esistenziale assediata da milioni di fan.
I pensieri fluiti dal suo sé più intimo si trovano racchiusi come in un tragico e delicato scrigno in “Marilyn Monroe Fragments”, spettacolo che restituisce al grande pubblico i pensieri e le confessioni dell’attrice, custoditi in taccuini rimasti avvolti nell’ombra per quasi cinquanta anni. Il loro ritrovamento e la conseguente pubblicazione hanno contribuito ad alimentare quel vortice di dicerie, ricordi, racconti che è il mito immortale e senza tempo di Marilyn Monroe. Eppure, le verità del suo animo, che Marilyn ha annotato sulla pagina in modo disordinato e quasi convulso forse la riscatteranno per sempre, mostrandola come realmente era: sensibile, sofferente, dotata di una vena poetica insospettabile.
«Oh Dio come vorrei essere morta/assolutamente inesistente/scomparsa da qui/da ogni posto», scrive negli anni cinquanta. Il decennio della svolta per lei, del successo a Hollywood e della fama internazionale. La sua vita sembra una favola: gira “Quando la moglie è in vacanza”, film indimenticabile che farà di lei un’icona sexy, sposa il famoso giocatore di baseball Joe Di Maggio, frequenta il jet set statunitense, compresa la famiglia Kennedy. Eppure i fantasmi del passato sono ancora concreti come blocchi di pietra sul suo petto, tanto che lei sente il bisogno di trasferirli nella pagina, come a volerli intrappolare per sempre nell’inchiostro: lo stupro subito a dieci anni per cui è stata brutalmente picchiata dalla zia, i giorni in orfanotrofio, l’uccisione del suo cagnolino Tippi, il tradimento del primo marito.
In “Marilyn Monroe Fragments” seguiamo passo, passo la vita pubblica e interiore della star di Hollywood, stupendoci di volta in volta dell’ossimoro che, insieme, le due dimensioni creano. Marilyn scrive e scrive, qualcuno a distanza di 50 anni leggerà. Si addentrerà in un mondo intimo fatto di confidenze lasciate alla carta, di lettere e vecchie fotografie e, abbandonato ogni comprensibile atteggiamento voyeuristico, si lascerà commuovere dalla dolcezza e dalla fragilità di una donna, di cui il mondo dorato di Hollywood ha sempre voluto vedere soltanto la disarmante bellezza.