Roma, mercoledì 18 maggio 2011 – “Marx è tornato. Stan dicendo che le mie idee son morte…ma come mai c’è bisogno di dichiararmi morto così tante volte?” pronunzia in scena con voce stentorea l’attore Lamberto Consani. Narra della vita di Marx da esule rivoluzionario in seguito all’espulsione dalla Renania. L’azione scenica si snoda attraverso le parole che delineano il ciclo narrativo della storia. Sono i particolari mutamenti nel tono e nel timbro di voce a rendere partecipi gli spettatori rispetto ad essa. Tramite il Teatro di Narrazione di un coinvolgente Consani troviamo Marx di fronte a noi, col panciotto e la sua folta barba, nuovamente sulla terra. Per errore il filosofo tedesco, anziché a Londra, si ritrova suo malgrado a New York, il simbolo del capitalismo per eccellenza, e da qui trae spunto per testimoniare quanto poco il mondo di oggi sia cambiato rispetto a quello del secolo precedente.
Ancor oggi c’è chi vive di stenti in un’infinita lotta per la sopravvivenza, mentre un manipolo di capitalisti gode dei proventi della ricchezza prodotta da milioni d’individui, creando le basi per la decadenza dell’intera società, esattamente come viveva di stenti il filosofo con la sua famiglia a metà Ottocento in un sobborgo di Londra. “Migliaia di lavoratori perderanno il posto, le azioni però salgono!” dice Consani in tono sarcastico nei panni di Marx. “Case, scuole, esseri umani in disfacimento in un clima d’inaudibile violenza. Qualcuno cerca di portar via illegalmente una parte di PNL a coloro che l’avevano rubato legalmente, eh!”. Qui un particolare tono di voce dell’attore enfatizza il raggiro di masse di esseri umani ridotti a merce. Ancora oggi la cosa più pericolosa per chiunque è dire la verità…
L’attore chiude gli occhi, si commuove e partecipa vivamente allo strazio della povertà, quando narra della morte per stenti di tre dei figli di Marx. L’atmosfera si fa cupa e malinconica mentre egli si strugge nel ricordo di un grande uomo che dedicò il proprio pensiero e la vita al riscatto della povera gente. Il bravissimo Consani presentandoci un Marx più umano con le sue debolezze lo rende più vicino a noi. Ci conduce tra le strade polverose di una Londra di metà Ottocento, e pare quasi di vedere il filosofo mentre, sotto la tenue luce dei lampioni, si fa largo tra ambulanti e suonatori d’organetto, mangiatori di fuoco e mendicanti impegnati nel disperato tentativo di procurarsi dei penny.
“Quel che ha fatto mia moglie Jenny per me è incalcolabile” dice l’attore con un filo di voce rotta dal pianto, e prosegue: “Lei credeva in me…voleva che spiegassi al mondo la teoria del plusvalore in modo comprensibile” e la riassumeva così:“Il datore di lavoro vi dà un basso salario che basta appena a sopravvivere, ma dal vostro lavoro ricava molto più di quanto paga, così diventa sempre più ricco e voi restate poveri”. La situazione dell’epoca non si discosta poi molto da quella di oggi in cui regnano sovrani sfruttamento e disparità. Il comunismo è un’associazione in cui il libero sviluppo di ciascuno è condizione per il libero sviluppo di tutti, il cui obiettivo ultimo è la libertà dell’individuo. La Comune di Parigi (1871) visse pochi mesi, ma fu il primo corpo legislativo della storia a rappresentare i poveri. Ogni volta che in ogni parte del mondo il vecchio ordine vien messo da parte, i grandi capitalisti si attivano per estirpare le idee libertarie. La Comune infatti fu distrutta ma rimase la realizzazione più straordinaria del nostro tempo.
Il Capitalismo ha trionfato? Si può dire che un sistema sociale ha trionfato quando un quarto dei bambini americani vive in miseria? Quando su centomila persone solo il 2% trova un lavoro? Aria, acqua, casa, lavoro sono un legittimo diritto dell’essere umano. Il pensiero di Marx è di un’attualità sconcertante nel panorama odierno. Nell’Inghilterra dell’800 vi erano sfruttamento minorile, vizio e povertà proprio come adesso. “La scelta del testo è significativa, poiché nella cultura contemporanea sembra quasi che l’essere umano non ci sia più” dichiara un ispirato Consani. Come non essere concordi…Cosa c’è di più bello e di maggiormente necessario dell’utilizzo dell’arte per migliorare il mondo?
Lamberto Consani: Attore italiano di provata esperienza, opera in scena dal 1975. Ha rappresentato Sofocle, W.Shakespeare, Molière, C.Goldoni, O.Wilde, L.Pirandello, G.B.Shaw, B.Brecht, etc. lavorando con molti volti noti dello spettacolo tra cui Manuela Kustermann, G.Bosetti, A.Pugliese, N.Scardina, F.Monassier, M.Reuter, M.Bellocchio, D.Risi, S.Citti, P.F.Campanella, M.Spano, A.Benvenuti, E.Monteleone, A.Rezza, R.Benigni, G.Fago, D.Tessari, L.Gasparini, P.F.Pingitore, G.Mertes, G.Capitani