Roma, lunedì 20 giugno 2011 – Medici senza frontiere (Msf) critica la decisione del governo italiano di prolungare a 18 mesi la durata massima della permanenza nei Cie (Centri di identificazione ed espulsione) dei migranti irregolari. Msf è preoccupata delle conseguenze di tale misura sulla salute fisica e mentale dei migranti e chiede la chiusura dei due centri dove ha riscontrato condizioni di detenzione intollerabili.
Il Consiglio dei ministri ha approvato, giovedì scorso, un decreto legge che prevede, tra le altre misure, il prolungamento della durata massima di permanenza dei migranti irregolari nei Cie fino a 18 mesi. Nel corso delle scorse settimane, le équipe di Msf hanno avuto modo di visitare alcuni centri di accoglienza in Sicilia. «Nei centri di Kinisia e Palazzo San Gervasio – spiega Rolando Magnano, capo missione di Msf in Italia – le condizioni di vita sono inaccettabili. Le persone dormono dentro delle tende e i servizi medici sono largamente insufficienti. A Kinisia manca l’elettricità, le condizioni igieniche sono pessime e l’accesso all’acqua saltuario».
Nei centri dove i servizi di base sono accessibili, il solo fatto di essere in stato di fermo prolungato per essere entrati irregolarmente nel territorio italiano ha forti ripercussioni sulla salute mentale delle persone. «Sono passate attraverso esperienze molto difficili – dice Freya Raddi, coordinatrice delle operazioni – e vivono attualmente nell’incertezza più totale sul loro avvenire, a causa di procedure di identificazione troppo lunghe e lente. Per queste ragioni è assolutamente irresponsabile prolungare la durata massima di permanenza a 18 mesi».
In due precedenti rapporti pubblicati nel 2004 e nel 2010, Msf aveva già denunciato le conseguenze disastrose sulla salute fisica e mentale delle condizioni di detenzione nei Cie in Italia e aveva chiesto la chiusura degli stessi. «Ancora una volta – prosegue Freya Raddi – constatiamo che le conseguenze sulle persone della politica migratoria italiana non vengono considerate. Invece di concentrare i propri sforzi ad inasprire le misure di detenzione, espulsione e controllo alle frontiere, le autorità italiane dovrebbero avere come priorità le condizioni di accoglienza dei migranti».