Roma, domenica 21 settembre 2014 – Nel secondo anticipo di ieri sera, nel tempio del calcio di Milano, la Juventus vince per 1-0 con gol del solito Tevez, quarta rete in tre partite. Allegri ferma così l’amico-nemico Inzaghi e sale in testa alla classifica a 9 punti, in attesa della risposta della Roma con il Cagliari. 6 gol fatti. 0 incassati. Quattro vittorie consecutive. Questo per il momento il cammino dei bianconeri, che non sembrano risentire dell’assenza del suo condottiero e primo capitano Conte. Da adesso in poi, come ha giustamente detto Vialli ai microfoni di Sky nel postpartita, dopo la vittoria contro il Milan, arrivata con una prova di carattere, nella quale la Juventus non ha patito troppo le folate avversarie, si può dire che questa sia ormai diventata la squadra di Massimiliano Allegri. Le consegne sono avvenute e adesso si può guardare al passato recente con meno nostalgia. È vero che il modo di giocare dei bianconeri non è cambiato troppo. Il modulo è sempre lo stesso. La grinta nel pressare gli avversari nella loro tre quarti è la stessa. E a parte Pereyra, che ha sostituito Vidal, la squadra messa in campo ieri dal Mister bianconero era la stessa dello scorso anno. Però adesso il gioco si sviluppa in modo diverso. C’è la circolazione di palla. Il cambio di gioco. Le fasce presiedute dagli esterni Lichtsteiner e Asamoah. Ma le verticalizzazioni sono più frequenti. Il movimento di palla più veloce. Gli scambi rapidi con gli inserimenti più insistiti. Sopratutto il perno centrale è Llorente, costretto a giocare di più spalle alla porta, mentre Tevez arretra per trovare le giuste triangolazioni.
Dettagli che fanno la differenza e che integrano il gioco di Conte con il gioco di Allegri, in attesa di approdare, se mai avverrà, al 4-3-3. Infine, la Juventus si scopre meno ansiosa nell’inseguire il gol. Tesse con pazienza la sua tela. Quando serve lascia avanzare gli avversari. Copre tutti gli spazi. Rischia poco in difesa. E sopratutto è abile nel ripiegare subito davanti a Buffon, quando gli avversari innestano il contropiede. Contro Chievo e Udinese Allegri aveva predicato la pazienza. In quelle occasioni il gol era arrivato subito. Con il Milan la cosa è stata più difficile, perchè Inzaghi ha presidiato bene tutti gli spazi e cercato di colpire con le ripartenze e contropiedi fulminanti. Ha provato insomma ad infilare la Juventus, quando poteva essere più vulnerabile. Ma il piano non gli è riuscito. In tutto nei 90 minuti si contano un colpo di testa di Honda, sventato da campione da Buffon, che per la terza volta è stato così determinante per il risultato della squadra. Un gran tiro di Menez da fuori area, dopo un veloce capovolgimento di fronte su una palla persa da Chiellini. Ma è difficile beffare il portiere bianconero da quella distanza. E una caduta con sospetto contatto in area tra Menez e Marchisio. I bianconeri invece hanno prodotto di più, tirando spesso da fuori area, perchè tutto il Milan si è chiuso a riccio davanti ad Abbiati per fare densità e impedire le giocate degli ospiti. Si contano così un palo di Marchisio, un bell’intervento del numero uno su Pereyra (bravo a sfruttare gli spazi tra le linee e dribblare in più occasioni gli avversari), una bella azione di Llorente sventata dall’estremo difensore, solo nel primo tempo.
La pressione bianconera è stata notevole per tutta la partita e alla fine a ripagato nel secondo tempo, quando il Milan era oramai stremato e incominciava a perdere di lucidità. Con Menez troppo isolato e Honda e El Shaarawy arretrati per fare muro sui portatori di palla bianconeri, alla fine il Diavolo è capitolato su un’azione ficcante centrale. Uno scambio veloce tra Tevez e Pogba, cresciuto molto nella ripresa, con il francese che consegnava all’argentino una palla perfetta nel cuore dell’area milanista. Un passaggio millimetrico alla Zidane che Tevez ha solo spinto in porta. Dopo il gol, arrivato al 71′, niente altro di significativo è accaduto. Inzaghi ha fatto entrare Torres e Pazzini, e la Juventus il solo Vidal. Evidentemente Allegri non voleva alterare gli equilibri della squadra, provando a dare minuti a Morata e Coman. Era troppo importante portare a casa il risultato pieno contro una diretta avversaria per lo Scudetto. Nel postpartita Inzaghi ha fatto i complimenti alla Juventus, insistendo sul fatto che il gap è ancora grande tra le due formazioni. Forse le belle parole di Allegri in conferenza stampa, durante la quale ha elogiato la carriera di Superpippo hanno fatto breccia tra i due “nemici”. La Juve intanto si gode la piccola momentanea fuga in testa alla classifica, in attesa di scendere di nuovo in campo contro il Cesena già mercoledì prossimo.