Roma 31 dicembre 2013 – “Erano così le sue donne, perché lʼanimo umano corrotto non ha più occhi per osservare il mondo, mentre i bambini ne sono “degni”, degli occhi, azzurri, specchio dellʼanima.”- racconta Marc Restellini curatore della mostra successo di quest’anno, che a soli 17 giorni dalla sua apertura a novembre, aveva già registrato la presenza di più di 30.000 visitatori – “Nel corso della sua brevissima vita Modigliani ha realizzato circa 300 opere, pochissime, oggi sparse in tutto il mondo, la maggior parte in collezioni private.” Ed è con queste premesse che dopo il grande successo alla Pinacothèque de Paris e al Palazzo Reale di Milano, approda a Roma la mostra “Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti – La collezione Netter” a cura di Marc Restellini e ospitata dalla Fondazione Roma Museo a Palazzo Cipolla fino al 6 aprile 2014.
Per la prima volta si possono ammirare i capolavori appartenenti alla ricca collezione di Jonas Netter (1867 – 1946), acuto riconoscitore di talenti. La mostra presenta oltre 120 opere di straordinaria bellezza appartenenti ad Amedeo Modigliani, Soutine, Utrillo, Suzanne Valadon, Kisling e altri artisti che vissero e dipinsero a Montparnasse agli inizi del Novecento durante gli “anni folli”. Vissuti nel noto quartiere parigino all’epoca centro culturale di avanguardia e luogo di incontro di artisti e intellettuali. In questo turbine di cambiamenti e trasformazioni il ruolo di Jonas Netter divenne senza dubbio fondamentale.
Il percorso espositivo mette a confronto i capolavori acquistati dal collezionista nell’arco della sua intera vita. Affascinato dall’arte e dalla pittura, diventò un amateur illuminato soprattutto dopo il fortuito incontro col mercante d’arte e poeta polacco Léopold Zborowski. Fu lui a suggerire a Jonas Netter, allora rappresentate, opere di artisti non famosi che poteva acquistare senza dover investire grosse somme di denaro.
Grazie a lui Netter entrò in contatto con questi grandi artisti, la cui produzione lo affascinò e lo spinse a comprare dal mercante molti dei loro lavori. Di tutti i pittori con cui venne in contatto, il collezionista alsaziano rimase maggiormente colpito dall’arte del giovane livornese e fu tra i primi ad acquistare le sue opere. Di Modigliani Netter ammirò l’originalità del genio creativo amando i suoi volti femminili stilizzati su lunghi colli affusolati. Un esempio è il quadro “Elvire con colletto bianco” del 1918 e “Fanciulla in abito giallo” (Ritratto di giovane donna con collettino) del 1917. Entrambi esposti insieme a Ritratto di Zborowski (1916) e Ritratto di Soutine, quest’ultimo venne realizzato nel 1916 dopo l’incontro tra i due artisti che strinsero una solida amicizia tanto che fu Modigliani stesso a presentare Soutine a Netter. Di quest’ultimo sono visibili a Palazzo Cipolla oltre venti olii, tra cui Uomo con cappello, Scalinata rossaa Cagnes e La pazza.
Allo stesso modo Netter scoprì i quadri del “periodo bianco” di Utrillo, le sue vedute, tra le quali “Piazza della chiesa a Montmagny“, Chiesa di periferia e Rue Muller a Montmartre. Netter decise di proteggere questo eterno fanciullo disincantato innamorato della madre, Suzanne Valadon, valente e originale pittrice, anche lei presente in mostra, con opere come Ketty nuda mentre si stiracchia e Chiesa di Neyron. Di Amedeo Modigliani, morto alla giovane età di 35 anni per forti problemi con l’alcool, sono esposte “La bambina in abito azzurro” e le tante figure femminili.
La mostra si conclude con un video di Corrado Augias che spiega le tele dell’intera collezione Jonas Netter. Non si deve dimenticare che anche se oggi consideriamo queste opere capolavori assoluti dell’arte, non era assolutamente così per i contemporanei di Netter. Un motivo in più per riconoscere la straordinaria intuizione artistica che il mercante d’arte ebbe ai suoi tempi.