di Federico D’Andrea
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Roma, sabato 17 gennaio 2009 – Qualche mese fa, attraverso la ricerca curata annualmente da Aci e Istat, ci siamo occupati delle cifre riguardanti la mortalità stradale in Italia nel corso del 2007. In questo studio si è constatata una diminuzione del 3% degli incidenti totali e del 9,5 delle vittime; numeri che lasciano ben sperare per il futuro. Ora, analizzando le cause accertate o presunte di incidente stradale la voce "procedeva con velocità elevata" è stata usata per motivarne 35.720, il 12,20% delle cause totali (la terza in assoluto, per cause accertate, dopo il mancato rispetto della precedenza o del semaforo e per guida distratta o indecisa). E’ noto a tutti, infatti, che l’eccessiva velocità sia tra le maggiori cause di incidenti stradali; ora ne conosciamo anche i dati reali.
Per fronteggiare questo fenomeno sono stati introdotti dalle autorità competenti degli apparecchi molto sofisticati, ad esempio i Tutor, necessari quando il senso civico e la propria responsabilità non bastano per tenere alzato il piede dall’acceleratore.
Oggi però può essere il conducente stesso a scegliere di "autolimitarsi" grazie ad un nuovo sistema in grado di smorzare gli istinti "da pilota" di chi siede al volante: i limitatori di velocità, dei dispositivi in commercio, applicabili facoltativamente sul proprio veicolo, in grado di bloccare temporaneamente la velocità massima del mezzo sul quale è montato. Non si tratta, per ora, di apparecchi che gli automobilisti sono obbligati a montar, ad esclusione dei mezzi pesanti, ma sia l’Unione europea sia il governo britannico ne stanno ultimamente caldeggiando l’utilizzo. Anche l’Italia con l’ex ministro Bianchi si era detta favorevole alla loro diffusione; mentre oggi, su iniziativa dell’attuale ministro dei trasporti Altero Matteoli, si sta puntando maggiormente alla promozione, anche in campo europeo, delle "scatole nere": dei dispositivi in grado di registrar, o a seconda del tipo anche di filmare, il comportamento e le dinamiche della guida di chi è al volante.
Perchè montarli
Ma per quale motivo un automobilista dovrebbe decidere di installare sulla propria auto un limitatore di velocità? Premesso che i modelli in vendita prevedono di tarare il tetto di velocità che si desidera e che il dispositivo può essere disinserito, il suo utilizzo è legato soprattutto alla fiducia che si pone nelle altre persone che posso utilizzare il mezzo, come i figli e i neopatentati che sono i casi "classici", considerando poi che la maggior parte dei veicoli in commercio è in grado di superare agevolmente i limiti di velocità.
Chi li produce e come funzionano
Attualmente sono due le aziende che producono questo tipo di apparecchi, molto differenti tra loro nel funzionamento: il Continental VDO Pedal Interface II permette di impostare manualmente la velocità massima raggiungibile; limitandola temporaneamente attraverso una chiave speciale. Questo dispositivo è installato tra il pedale dell’acceleratore e l’unità di controllo del motore, e interviene modificando elettronicamente il segnale che il motore riceve dal pedale dell’acceleratore. Il secondo modello, brevettato dall’italiana ScMotorSystems , utilizza una tecnologia un po’ più avanzata: attraverso il navigatore satellitare, questo riesce a paragonare la velocità di percorrenza con quella prevista su quel tratto di strada, sospendendo se necessario l’accelerazione del veicolo. La velocità può inoltre essere tarata anche a seconda delle condizioni climatiche.
Conclusioni
Prendiamo atto con soddisfazione dell’entrata in commercio di dispositivi simili, oltre che di tutte le iniziative, come la "scatola nera", che tentano realmente di diminuire le cause degli incidenti sulle strade. Ma a questo punto è davvero impossibile "sfuggire" ad una domanda banale, ovvia e volutamente scontata: perchè non autolimitare ex fabbrica la velocità massima delle auto? Perchè si vendono veicoli che possono raggiungere i duecento chilometri all’ora se i limiti sono fissati al massimo a 130? L’unica risposta si fonda sul fatto che con l’adozione di questi dispositivi le case automobilistiche venderebbero meno, poichè il cliente pretende che la sua auto possa raggiungere, potenzialmente, velocità sbalorditive. Risposta che viene difficile definire valida, o tanto valida da giustificarne le conseguenze.