Roma 31 marzo 2013 – Ai Musei Capitolini in mostra una preziosa panoramica dello Spinario, pastore mitico, capostipite della dinastia Iulia. Curata da Claudio Parisi Presicce ed inaugurata lo scorso 5 febbraio, l’esposizione è ancora aperta al pubblico fino al 25 maggio 2014. Un’occasione per consocere ed approfondire la mitica figura dello Spinario. Uno dei capolavori tra i più famosi e ammirati delle collezioni capitoline, ma anche una scultura la cui fama ha attraversato i secoli. Un’opera che, per la vitalità del tema rappresentato, ha suggerito e ancora suggerisce nella cultura moderna, continue sollecitazioni visive e artistiche. Giunta in Campidoglio nel 1471 con la donazione dei bronzi lateranensi al Popolo Romano da parte di Sisto IV la statua in bronzo dello Spinario rappresenta uno dei massimi capolavori della scultura antica. Dal Medioevo ai giorni nostri il suo successo è rimasto invariato nel tempo. Una vetrina importante e ricca di spunti per 45 opere che mostrano al grande pubblico una panoramica il più completa possibile del tema “Spinario” e del suo successo. Un’unica esposizione per riunire repliche e rivisitazioni antiche diffuse oggi nei musei europei e conferendo ampio spazio alle opere di età moderna e contemporanea. Presentati bronzetti, disegni e quadri ispirati allo Spinario. Sette le copie e le varianti del corpo attraverso cui è noto il tipo del giovane che si toglie la spina dal piede. Dal primo Rinascimento lo Spinario acquisì una grande notorietà. Da allora è sempre stato al centro di interpretazioni che ne hanno messo in evidenza temi tra loro contraddittori E’ un soggetto che è stato solitamente identificato con un pastorello, anche se veniva collegato ad un racconto di tipo eroico. Ampie sono le dispute nell’identificazione anche sul rango della scultura, con la contrapposizione di fautori di cronologie molto distanti tra loro. Un’opera di stile severo o della scuola di Pasitele prima, un’opera originale del III o del I secolo a.C. poi.
Lo Spinario ospitato dai Musei Capitolini è stato creato in età ellenistica e giunto a noi in questa redazione di I secolo a.C. Considerato all’unanimità un’opera eclettica che unisce un corpo concepito su un prototipo ellenistico con una testa nella forma di stile severo. La piccola scultura che riproduce un pastorello di circa dodici anni seduto su un sedile di roccia, curvo in avanti nell’intento di togliersi una spina dal piede sinistro con pianta poggiata sul ginocchio destro. Non è una rappresentazione idealizzata né l’immagine di un dio, ma un soggetto di genere che prende spunto da un evento o da una condizione contingenteIl tema figurativo, grazie al significato simbolico assegnato all’azione dell’estrarre la spina, si è trasformato già in età antica in una metafora del dolore procurato dall’innamoramento, che ne ha decretato la grande fortuna. L’insolito soggetto è noto da molteplici copie e varianti romane e quella dei Musei Capitolini costituisce senz’altro l’esempio più famoso e perfetto, anche per la preziosità dei particolari e l’accuratezza della resa artistica, esaltata dal bronzo e dal rame.
Da febbraio a maggio, incontri e laboratori didattici con studenti e docenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma arricchiranno ulteriormente le opportunità di approfondimento che offre questa mostra. Si potrà assistere in diretta alla nascita di un’opera d’arte grazie agli appuntamenti di disegno dal vivo, partecipare a laboratori creativi e analizzare i tanti aspetti attraverso la presenza e la mediazione di giovani artisti ed esperti.
Musei Capitolini, Palazzo dei Conservatori
Orario: dal 5 febbraio al 25 maggio 2014
Martedì-domenica 9.00-20.00
La biglietteria chiude un’ora prima
Chiuso lunedì
Costo:
€ 13,00 intero; € 11,00 ridotto;
€ 2,00 ridottissimo