Roma, giovedì 10 aprile 2014 – Da oggi nelle sale italiane il premio Oscar Russel Crowe sarà protagonista del kolossal di Darren Aronofsky “Noah”. Nel cast anche i premi Oscar Antony Hopkins e Emma Watson. La pellicola ha attirato l’attenzione, ricevendo soprattutto critiche da associazioni religiose; alcune l’hanno accolta, altre l’hanno disapprovata ancora prima di vederla. Il regista ha ammesso che l’idea di un film biblico lo accompagnava sin da adolescente, quando a scuola dovette fare un tema proprio su Noè. La trama introduce un Noè che ha una visione apocalittica e si prepara a porvi rimedio. Nel film, completamente rivisitato rispetto al filone biblico classico, abbiamo un ambiente a metà tra fantasia e realtà dove gli animali per primi rappresentano questa mescolanza. Mostri giganti aiutano Noè nella costruzione dell’arca e, elemento nuovo, sull’arca v’è presente il nemico di Noè, che discende da Caino e vuole la distruzione del genere umano. Così il film sarebbe una metafora che serve da monito all’umanità perché s’impegni a fare qualcosa di concreto dal momento che “il mondo sta morendo”.

Per Crowe “È un film che fa riflettere su quel che accade oggi nel mondo. È un’allegoria molto chiara, lo è da millenni”. Regista e protagonista volevano un incontro faccia a faccia col Santo Padre, ma sembra non sia stato possibile dal momento che il Pontefice non si presta ad operazioni di marketing. Hanno ugualmente presenziato all’udienza pubblica, durante il tour promozionale in Italia. Aronofsky dice che le idee di Papa Francesco incontrano le sue. Nel senso che le acque si stanno rialzando per sommergerci e Noè rappresenta la salvezza attraverso l’arca; noi allo stesso modo attraverso il bene possiamo redimerci. Crowe ha ammesso di essersi sentito affascinato e emozionato dalle parole del Papa, cosa singolare per uno che è ateo. Al regista è anche stato chiesto il motivo per cui abbia inserito personaggi inventati e ha risposto che le storie bibliche non sono da prendere troppo alla lettera e che questi personaggi non avrebbero alterato le parole della genesi. Oltre a voler conferire un tocco personale alla sua creazione dando sfogo alla sua fantasia con degli effetti speciali (da ben 120 milioni di dollari) come solo gli americani sanno fare, non volendo (forse) ha enfatizzato, che tutto ciò che conosciamo della Bibbia non è la verità fermo restando che il concetto della salvezza è al primo posto.

Luana Careri

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