Lunedì 6 luglio 2015 – Il calcio italiano sta tornando ad alti livelli. Dalle prime battute del mercato estivo si sta profilando, merito anche della fine del Fair play finanziario, un ritorno di campioni nella serie A. Dopo lunghi anni in cui il movimento calcistico ai massimi livelli si era depauperato dei migliori giocatori e in Italia venivano solo di passaggio, per apprendere la tattica e la strategia applicata al football, insomma per farsi le ossa per poi andare in Premier, nella Liga o in Germania, con l’approdo della Juventus in finale di Champions League e con due squadre (Fiorentina e Napoli) in semifinale di Europa League qualcosa si è smosso. Le italiane, sia nel mercato estivo che in quello di gennaio, hanno guadagnato sulle avversarie europee. Questa prima forchetta di trattative sta mettendo di nuovo in risalto le italiane. Juve, Milan e Inter in testa si sono rinforzate e soprattutto hanno strappato campioni alle concorrenti europee. Kondogbia, Manduzkic, Murillo, Khedira, Luis Adriano, Bacca e altri ancora arriveranno, come forse Jovetic, uno tra Cuadrado, Izco e Oscar e chissà ancora. Insomma il campionato italiano sta tornando di moda e di appeal.
Merito si diceva appunto della possibilità di spendere che alcune squadre italiane hanno. L’Inter di Thohir, dopo due anni circa di attesa, ha dovuto immettere liquidità per accontentare il nuovo allenatore Mancini. Il Milan di Berlusconi, grazie alle garanzie e ai soldi del Fondo Doyen, che avrebbe acquistato il 49% o giù di lì delle quote societarie, si può permettere di spendere e infatti ha colto le opportunità del mercato interno con Bertolacci e Josè Mauri e quelle del mercato internazionale. La Juventus, grazie al suo cammino in Champions League, si può permettere di investire soldi in acquisti e in monte ingaggi. Inoltre sempre i bianconeri possono centellinare le vendite di alcuni campioni come Pogba, Vidal e Llorente per avere liquidità da investire sul mercato. Rimangono un po’ indietro Roma, Lazio e Napoli. I giallorossi stanno cercando un grande centravanti e stanno trattando Dzeko. La Lazio non ha molta disponibilità e cercherà di fare acquisti senza inseguire campioni. La sua forza sarà quella di conservare quelli che è riuscita a costruirsi in casa (vedi Felipe Anderson). Il Napoli, dopo due anni di investimenti, ma anche di vendite, deve adesso fare i conti con qualche malumore interno. Higuain, il suo pezzo più pregiato, vuole essere ceduto. Sarà una perdita importante per il Campionato italiano, ma con quei soldi la società può imbastire una buona campagna acquisti, anche se il nome dell’allenatore scelto dal Presidente non consente di attrarre grandi nomi. Diciamo che la scelta della dirigenza partenopea è stata di low profile e dunque adesso deve farei conti con la mancanza di appeal – almeno fino a quando Sarri non dimostrerà di essere un grande allenatore che può gestire una grande squadra.
Mancano all’appello Fiorentina e Sampdoria. La prima, perso Montella, ha avuto il merito di prendere un allenatore di profilo internazionale come Paulo Sosa (ex Juve), però anche in questo caso i malumori di una stella come Salah si fanno sentire anche perché il neo tecnico viola non è certo conosciuto per i suoi successi. La Sampdoria, perso Mihailovic andato al Milan, ha trovato Walter Zenga, un allenatore che ha ottenuto i maggiori successi all’estero che in Italia. Potrebbe essere anche lui un outsider come Sarri. Ad ogni modo non sono così alte le aspettative della Sampdoria, anche se sul mercato si è mossa per il momento benino e ha acquistato un centrale di grande interesse come Fernando. Insomma in questa prima parte di mercato l’Italia non può certo ritenersi ancora al livello delle grandi in Europa, ma per lo meno è finito quell’atteggiamento da provinciale che ci ha condizionati dal 2006 ad oggi, escluse qualche piccola felice parentesi come la Champions vinta da Mourinho nel 2010 con l’Inter.