Roma, mercoledì 15 giugno 2011 – La scorsa settimana, al Teatro Quirino di Roma, è stata presentata la seconda edizione di “In scena diversamente insieme”, iniziativa sociale e culturale sostenuta dalla Fondazione Roma Terzo Settore, presieduta dal Prof. Emanuele Francesco Maria Emmanuele. La Fondazione nasce nel 2007 dall’esperienza di due precedenti istituzioni: la Fondazione Europa Occupazionale e la Fondazione Italiana per il Volontariato. La sua mission è promuovere il sostegno dell’innovazione culturale, effettuando studi e ricerche ancorate al mondo della solidarietà, con il duplice obiettivo di offrire opportunità occupazionali e privilegiare i “deboli”. Dal 2008 al 2010 sono stati presentati allo Sportello di Solidarietà diverse istanze di finanziamento. Su 550 proposte presentate, sono stati 212 le attività nei servizi socialmente utili finanziate. Questi progetti riguardano l’area laziale e aquilana. La Fondazione ha riconosciuto il valore di eccellenza del progetto, curato da Alvaro Piccardi, volto a favorire l’integrazione sociale di soggetti “deboli”. La nuova edizione avrà per protagonisti il teatro “diverso”e chi in questa “diversità”crede come ad un valore portante. Gli spettacoli saranno “Fitzcarraldo”, “Vivere, sentire, giocare teatro, ovvero il linguaggio dei segni teatrali” e “In scena diversamente insieme”.
Il 30 settembre sarà la volta di Fitzcarraldo con la regia di Laura Andreini Salerno e Valentina Esposito. E’ il risultato di un laboratorio per i detenuti della sezione G8 di Rebibbia, in collaborazione con il Centro Studi Enrico Maria Salerno, che già dal 2002, in accordo con la Direzione del Penitenziario, ha assunto la responsabilità di attività formative nel carcere. Da questa collaborazione sono nati ben 7 spettacoli, ma è stato il successo della scorsa stagione a decretare il rinnovo di questo importante laboratorio. Ha al centro la storia di Fitzgerald, un sognatore che vuole portare al centro della foresta amazzonica un teatro dell’Opera. Gli attori metteranno in scena soprattutto la difficoltà di una vita sempre a rischio tra sbandamento e avventura. E’ “un sogno che davvero può spostare le montagne”. Il teatro nel e per il carcere ha dato la possibilità agli attori di guardare il mondo da diverse prospettive fino a reinterpretare la propria esistenza facendolo con le parole alte della poesia. Quelle che non hanno mai ascoltato. Un teatro di poesia e vita. Valentina Salerno, crede al teatro come ad una terra di mezzo che è riuscita ad unire mondi diversi. Laura Andreini Salerno ha proposto una relazione tra sordi e carcerati: parole mai ascoltate, messe in scena con la forza che solo l’arte può sprigionare.
Il 28 settembre andrà “In scena diversamente insieme”, laboratorio multietnico con la regia di Giorgio Rossi e Ivan Truol, aperto all’incontro di giovani di diverse etnie e culture. Il titolo del laboratorio è lo stesso del progetto. Il lavoro non si baserà su un testo prestabilito, ma su ciò che succederà tra improvvisazioni e proposte, che i partecipanti muoveranno. In particolare arabi ed israeliani lavoreranno insieme per mettere insieme i loro mondi diversi. Il 14 giugno invece sarà la volta di “En attendant Beckett” con la regia di Giuditta Cambieri e con la collaborazione di Rosa Masciopinto. Lo spettacolo mette in scena l’interazione tra sordi e normodotati, ma anche la ricerca verso nuovi mondi di comunicazione: forte è il “sentire” oltre le parole. Capacità che spesso manca nei normodotati. L’obiettivo sarà quello di “sentirsi” pienamente persone, in grado di vedere voci. Il Teatro Quirino Vittorio Gassman e il suo presidente, Geppy Gleijeses, sono parte attiva del progetto, mettendo a disposizione il palcoscenico per un dirompente e innovativo viaggio nel sociale.
Miriam De Vita e Filomena Zarrelli