Sarà “La Gitana”, una delle opere più rappresentative del teatro ottocentesco, a dare inizio alla nuova stagione del Corpo di Ballo dell’Opera
di Antonella Furci
redazione@lacittametropolitana.it
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Roma, giovedì 1 ottobre 2009 – Dopo la pausa estiva, il Teatro Nazionale riapre la stagione con una perla del repertorio del balletto romantico, la Gitana, portato in scena dall’1 al 4 ottobre dal Corpo di Ballo dell’Opera. La coppia Carla Fracci e Beppe Menegatti raggiunge un’altra tappa nella certosina opera di recupero dei grandi classici, estraendo dagli antichi cataloghi la più famosa coreografia di una delle eccellenti personalità del teatro dell’ottocento: Filippo Taglioni. Ballerino e coreografo, divenne famoso per la sua capacità di fondere la danza accademica con gli influssi del folclore, dando un impulso innovativo alle rappresentazioni di quel periodo. Grazie alle sue due opere maggiori, La Gitana e La Sylphide, quest’ultima in scena dal 15 al 18 ottobre, ha regalato fama immortale anche alla figlia Maria, ballerina eterea quanto nessun’altra in quell’epoca. Il balletto che esordì a San Pietroburgo nel 1838 racconta una storia d’amore esotica e malinconica, come un po’ tutte le rappresentazioni di allora. Sicuramente anche ai giorni nostri riuscirà a catturare gli appassionati della danza classica, in cui rapimenti, balli in maschera e presentimenti trasporteranno il pubblico tra la Spagna e la Russia degli zingari e degli ussari.
“La Gitana” torna nella capitale per la terza volta in pochi anni, dopo le edizioni 2004 e 2006. Questa volta, però, viene proposta la versione in tre atti, che la stessa Fracci impersonò a Verona nel 1996, in un’esibizione rimasta celebre e grazie alla quale il balletto fu tirato fuori dall’oblio in cui era caduto. Lauretta, la protagonista, sarà interpretata da Gaia Straccamore, prima ballerina del Corpo di Ballo dell’Opera, accompagnata dall’étoile spagnola Igor Yebra che vestirà i panni dell’ussaro Ivano. La replica del 3 ottobre vedrà a sua volta il debutto di Alessandra Amato, esordiente danzatrice del teatro romano, accompagnata da Damiano Mongelli. Vito Mazzeo sarà Don Alonso che, nonostante la giovane età, è già una stella del panorama della danza internazionale, entrato a soli diciotto anni nella compagnia del Royal di Londra. Le musiche sono di Daniel F.E. Auber (sue l’opera La muta di Portici e l’opéra-comique Fra Diavolo) e di Johannes Schmidt, qui nella riduzione per piccola orchestra di Marco Taralli. A Paul Chalmer, direttore del Ballo a Lipsia, si devono le coreografie, mentre l’orchestra è diretta dal maestro Sergio Oliva. Scene e costumi sono invece di Luisa Spinatelli.