Benedetto XVI, tornato da Fatima dove è stato accolto da centinaia di migliaia di fedeli, ha ricevuto in Piazza San Pietro l’abbraccio di amore di 150 mila persone

di Lilly Amato
lamato@lacittametropolitana.it

Roma, domenica 16 maggio 2010 – "Il vero nemico da temere e da combattere è il peccato, il male spirituale, che a volte, purtroppo, contagia anche i membri della Chiesa". Così Benedetto XVI dopo la recita del Regina Coeli, davanti ad una Piazza San Pietro gremita per la giornata in solidarietà al Papa promossa dalla Cnal (Consulta nazionale delle aggregazioni laicali), in seguito allo scandalo pedofilia che ha coinvolto la Chiesa. Ricorre in questa domenica, in cui si celebra l’Ascensione di Gesù al Cielo, la 44esima giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Ha poi aggiunto il Pontefice nel suo discorso: "Viviamo nel mondo, ma non siamo del mondo. Noi cristiani non abbiamo paura del mondo, anche se dobbiamo guardarci dalle sue seduzioni. Dobbiamo invece temere il peccato e per questo essere fortemente radicati in Dio, solidali nel bene, nell’amore, nel servizio".

"E’ quello che la Chiesa, i suoi ministri, unitamente ai fedeli, hanno fatto e continuano a fare con fervido impegno per il bene spirituale e materiale delle persone in ogni parte del mondo. E’ quello che specialmente voi – ha detto ancora il Papa – cercate di fare abitualmente nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti: servire Dio e l’uomo nel nome di Cristo. Proseguiamo insieme con fiducia questo cammino, e le prove, che il Signore permette, ci spingano a maggiore radicalità e coerenza". "E’ bello – ha spiegato Papa Benedetto – vedere questa moltitudine in Piazza San Pietro, come è stato emozionante per me vedere a Fatima l’immensa moltitudine, che, alla scuola di Maria, ha pregato per la conversione dei cuori. Rinnovo questo appello, confortato dalla vostra presenza così numerosa!". Ha quindi concluso con un accorato e sentito "Grazie!".

Nel corso della preghiera, prima che il Papa arrivasse, è stata letta parte della ormai celebre omelia pronunciata da Benedetto XVI nella messa per l’inizio del suo ministero petrino  il 24 aprile 2005, nella quale parlava dello "svuotamento delle anime", dei "deserti interiori diventati così ampi", della mancanza di "coscienza della dignità e del cammino dell’uomo". "Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi", diceva profeticamente Ratzinger in quell’omelia. Inoltre, il presidente Cei, cardinale Angelo Bagnasco, ha così commentato questa importante giornata: "Convocati dalla fede e dall’amore, ci siamo stretti visibilmente intorno a Papa Benedetto XVI come figli con il padre, abbiamo pregato con lui e per lui, desiderosi di sostenerlo nel suo impegnativo ministero, esprimendogli il nostro affetto e la nostra gratitudine per la sua passione per Cristo e per l’umanità intera".

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