Roma, giovedì 3 novembre 2016 – Finisce in pareggio, per 1-1, la gara di Champions contro il Lione, che doveva certificare la crescita in Europa della Signora. La squadra di Allegri adesso è due lunghezze indietro il Siviglia, che anche nello scorso torneo arrivò prima nel girone dei bianconeri, battendoli in casa nell’ultima gara. Il rischio concreto adesso è che di nuovo i bianconeri finiscano secondi e debbano affrontare una big negli ottavi di Champions, con il rischio di uscire di nuovo dalla competizione. Va detta tutta fino in fondo. Pur avendo allestito una squadra abbastanza competitiva la Juventus non ha una dimensione Europea. La gara di Torino lo dimostra. Scesa in campo con il 4-3-1-2, decimata dalle assenze ma comunque in grado di esprimere una buona compagine, la squadra non è andata più in là di un pareggio. Passata in vantaggio con Higuain su rigore in parte generosamente dato dall’arbitro, che però non ha condotto in maniera impeccabile la gara, la Juventus come al solito ha pensato di gestire la partita. E qui ha sbagliato. In Italia quando Allegri vuole gestire la partita, il più delle volte gli riesce, porta a casa il risultato anche se alla fine, a conti fatti, i 90 minuti sono risultati noiosi e anche indecifrabili. Con un attacco come quello bianconero. Con una punta di peso come Higuain. Con laterali come Alex Sandro e Cuadrado. Come è possibile vincere per 1-0 e annoiare gli spettatori? Insomma i bianconeri non praticano il miglio gioco in Italia, pur avendo la squadra più forte. Ma almeno 9 volte su 11 portano a casa la vittoria e ai tifosi questo forse basta. In Europa è tutto diverso. La differenza la fanno gli uomini, ma anche la grinta agonistica con cui tutte le squadre giocano al calcio al di là delle Alpi.
Ecco quindi che dalla seconda metà del primo tempo e per tutta la seconda frazione di gioco, la Juventus ha smesso di giocare. Ha provato ad addormentare la gara. A gestirla, come direbbe Allegri. questo ha permesso al Lione di crescere, di occupare meglio gli spazi. Di dettare ritmo e gioco allo Stadium come se fosse in Francia e alla fine di pareggiare su calcio piazzato con un colpo di testa di Tolisso. Si può dire che il timore ha punito la Signora. Il timore di continuare a giocare, di spendere energie, di non badare al risultato ma di fare sua la gara. Di dominare gli avversari fino alla fine. In questo pecca Max Allegri: di avere una grande squadra e di non sfruttarla per dominare gli avversari. Anche nell’altra gara contro il Lione la squadra non si era espressa bene. Era rimasta guardinga. Aveva lasciato giocare gli avversari per cercare di colpirli in contropiede. In dieci alla fine aveva portato a casa tre punti fondamentali grazie ad una grande giocata individuale di Cuadrado. Però il fatto di aver giocato una brutta partita, ancora una brutta partita – perché al di là dei risultati la Juventus gioca brutte partite – era rimasto. Dopo 5 anni di successi in Italia e anni alterni in Champions, con una squadra oggettivamente forte, anche se a centrocampo qualcosa ha perso, i tifosi vogliono altro. Vogliono il bel gioco. Non vogliono vedere la propria squadra soffrire con le piccole, e stentare con le grandi.