Roma, venerdì 22 giugno 2018 – Il 7 giugno scorso si è tenuta a Trieste la seconda edizione di “Parole O_stili. Quando le parole sono un ponte”, un incontro che viene organizzato da due anni che analizza la parola e il tema dell’ostitilità nel linguaggio odierno. La nostra inviata ha intervistato l’ideatrice del progetto.
Come è nata l’idea di creare l’associazione? Come è andato l’evento?
Il tema della parola e dell’ostilità nel linguaggio ci sembra centrale in questo momento storico, per questo è nata l’idea di creare l’associazione Parole O_Stili. Il nostro obiettivo è quello di promuovere il dialogo sui temi dei linguaggi ostili in rete e non solo, attraverso un lavoro collettivo. Siamo molto soddisfatti della seconda edizione di Parole O_Stili svoltasi il 7 giugno a Trieste.
Anche quest’anno abbiamo avuto l’onore di ospitare personalità importanti del mondo della comunicazione e del giornalismo, ma non solo. Penso alla lectio magistralis della scrittrice Michela Murgia, alla lectio di Agnese Moro e ai tanti altri contributi interessanti come quello della giornalista Maria Concetta Mattei, della Senatrice Valeria Fedeli, di Antonia Klugmann, chef stellata e giudice di MasterChef Italia.
L’indagine SWG “Odio e falsità in rete. La percezione dei cittadini” riporta dati allarmanti su quanto sia diminuita l’attenzione dei cittadini italiani alle tematiche del linguaggio ostile e delle cosiddette fake news. Crede che la causa di ciò risieda nell’eccesso o nell’assenza di un’informazione corretta su questo tema?
Credo piuttosto sia dovuto a un’assuefazione vera e propria. Ci stiamo abituando a leggere di tutto, con rassegnazione e con la convinzione che ormai questo sia il modo e lo stile per esprimersi online. Ovviamente l’informazione sul tema è ancora necessaria e utile, forse si può immaginare di renderla ancora più accurata e dettagliata così da fornire a tutti gli strumenti necessari per affrontare adeguatamente il problema.
Parole O_Stili ha dato vita ad un vero e proprio “Manifesto della comunicazione non ostile” rivolto a tutti, ma che può essere un utile decalogo sull’uso corretto dei social network da parte dei nativi digitali. Come promuovete questo strumento nelle scuole?
Negli ultimi mesi abbiamo sviluppato diversi progetti e appuntamenti dedicati a studenti e docenti. Questi ultimi sono stati resi possibili grazie alla partnership con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Istituto Giuseppe Toniolo, da sempre sostenitori centrali del progetto Parole O_Stili, e all’importante protocollo d’intesa firmato dall’ATS Parole Ostili con il Miur. L’obiettivo del protocollo è quello di sviluppare congiuntamente iniziative e attività di sensibilizzazione sui temi della comunicazione non ostile e del diritto di cittadinanza digitale attiva e consapevole, attraverso la realizzazione di specifici momenti formativi rivolti a docenti e studenti sul territorio nazionale. Un’altra novità importante di Parole Ostili 2018 è stata il lancio del “Manifesto della comunicazione non ostile…per le aziende”, scritto da Annamaria Testa e da un gruppo di aziende attente al tema. Ci siamo resi conto che in questo particolare momento anche le aziende possono avere un ruolo molto importante su queste tematiche.
Per chi fosse interessato ad attivarsi su queste tematiche, come è possibile collaborare con la vostra associazione?
Sul nostro sito è possibile firmare il manifesto della comunicazione non ostile. Vi invitiamo inoltre a seguirci sui nostri canali social e a partecipare alle nostre prossime iniziative che offrono sempre momenti di confronto e di scambi interessanti. Siamo aperti a condividere spunti e nuove idee con tutte le persone sensibili a queste tematiche.
Laura Marti