Roma 18 maggio aprile 2013. “Come pensare per immagini”. In questa frase è contenuto il senso di tutto il mio lavoro.” Luigi Ghirri
Inaugurata lo scorso 24 aprile 2013 il museo Maxxi di Roma ospita fino alle porte dell’autunno, il 27 ottobre 2013, una grande raccolta antologica dedicata ad uno dei maestri indiscussi della fotografia in Italia. Il suggestivo spazio museale romano ospita 300 scatti di “Luigi Ghirri. Pensare per immagini” , questo il titolo della mostra, per esprimere attraverso uno stile in gran parte “vintage prints” l’intimo immaginario dell’artista. Nonostante oggi le infinite applicazioni per smartphone abbiano usurato l’unicità della fotografia, un’artista riesce sempre a dare quel qualcosa in più che scavalca la produzione di massa rendendo l’impronta personale riconoscibile sopra ogni cosa. Questo è quello che accade quando si osservano le immagini di Luigi Ghirri.
“Con quest’esposizione il Museo consolida ed esplicita la propria vocazione a riconoscere e intercettare le forme più dense e originali dell’espressione artistica, dalla metà del secolo scorso al presente. – spiega il Direttore MAXXI Architettura Margherita Guccione – In questo senso Ghirri è a tutti gli effetti un innovatore, uno sperimentatore che ha inventato un modo nuovo di intendere la fotografia e di guardare il paesaggio contemporaneo“. Nata dalla collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e la Biblioteca Panizzi, la mostra racconta un percorso nell’opera del fotografo emiliano (1943-1992), attraverso i suoi inconfondibili scatti, le sue collaborazione con gli artisti concettuali degli anni Settanta, i suoi riferimenti culturali e artistici, il suo interesse per la musica e i suoi rapporti con musicisti come i CCCP e Lucio Dalla.
La mostra è organizzata in tre sezioni tematiche: Icone, Paesaggi, Architetture, i Vintage Prints e new prints. Il tutto è accompagnato da citazioni dell’artista che guidano il pubblico a comprendere meglio le ricerche dell’autore. “La scelta di procedere per temi e non secondo un criterio cronologico riprende una modalità tipicamente ghirriana.- raccontanto i curatori Francesca Fabiani, Laura Gasparini e Giuliano Sergio- La fotografia intesa come oggetto non concluso, come un gigantesco work in progress in costante elaborazione”
Dopo il MAXXI la mostra sarà ospitata in altre sedi museali tra cui nel 2014 la prestigiosa sede dei Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia durante il Festival di Fotografia Europea.