Roma, lunedì 14 Febbraio 2011 – ”CChiù pilu pi tutti” in pratica “più femmine per tutti” è il detto ignorante di Cetto La Qualunque. Ma chi è Cetto? È il politico calabrese corrotto e maschilista, impersonato dal comico Antonio Albanese nel film di Giulio Manfredonia intitolato “Qualunquemente”. Il film uscito sul grande schermo dal 21 di gennaio porta in scena un personaggio surreale e caricaturale, sprezzante di ogni regola del buon vivere civile. Cetto è un imprenditore mafioso che al ritorno dalla latitanza all’estero, decide di entrare in politica per contrastare un certo De Santis, difensore della legalità, candidatosi sindaco del suo comune natio. La campagna elettorale è all’insegna del: ”Tu mi voti? Io ti sistemo…’Ntu u culu a la giustizia!…Sotto una quarta di reggiseno non è vera passione politica”. Attraverso l’analisi del contesto in cui opera questo politico mafioso dell’Italia del Sud, viene ridicolizzato l’assetto dell’attuale panorama politico e socioculturale del Paese.
Per Cetto le donne, le persone in genere, il territorio sono cose da utilizzare senza rispetto a proprio piacimento. Il film e la promozione dello stesso, pur in tono burlesco, che riproduce addirittura una finta campagna elettorale, con tanto di gazebo disposti nelle maggiori piazze italiane, in realtà evidenziano temi di grande rilevanza sociale: il problema del ritardo culturale imperante del nostro Paese, del non rispetto della giustizia, della salvaguardia della sanità, dell’ambiente e della democrazia nel suo complesso. In pochi giorni l’Eco del film si è innalzata fino ad invadere tutte le emittenti radiofoniche. La colonna sonora “Qualunquemente – Onda Calabra” è divenuta ormai celebre ed imperversa in molti programmi tra le Radio Web e via etere. Il brano musicale condensa la filosofia del corruttore senza scrupoli: “Se ti senti un tipo esuberante…costruisci abusivamente… / Questa terra è un luogo assai accogliente…io di tasse pago poco o niente” “La comicità è un modo efficace come nessun altro per raccontare il mondo attuale” ha dichiarato il regista Giulio Manfredonia. “Caro giudice, la legge è uguale per tutti, ma tu fatti i cazzi toi”…Ogni riferimento a persone o fatti è…puramente casuale. La sceneggiatura del film è stata realizzata da Antonio Albanese e Piero Guerrera, con la collaborazione del regista Giulio Manfredonia. Prodotto da Domenico Procacci per Fandango in collaborazione con RAI Cinema. Nel cast Sergio Rubini, Lorenza Indovina, Salvatore Cantalupo, Nicola Rignanese, Davide Giordano e Luigi Maria Burruano.