Roma, martedì 25 settembre 2012 – Secondo la concezione di Gadda, la realtà è troppo complessa e caleidoscopica per essere spiegata e ricondotta ad una logica razionalità. Per lui la vita è un caos disordinato, un “pasticciaccio” di cose, persone e linguaggi. Come del resto il nostro calcio. Quello che è successo a Quartu Sant’Elena, ieri, non è riconducibile a nessuna logica ragione. Eppure è successo.
Che fosse una delle giornate più tristi, lo si era capito fin dall’inizio. Il giocare a porte chiuse, moda ormai esclusivamente italiana, lo aveva preannunciato da tempo. Ma un finale così non ce lo saremmo mai aspettato. Finale diretto esclusivamente dal presidente del Cagliari Cellino, il quale, pur sapendo del divieto imposto dalla Lega di giocare la partita con i tifosi, invita lo stesso i suoi sostenitori ad assistere al match. La conseguente sospensione dello stesso è inevitabile. Anzi, la Roma, sentitasi colpita da questo gesto del patron sardo, decide di inviare la richiesta di vincere la partita a tavolino. Non è una decisione presa a caso. L’art.17, comma 1, del codice di giustizia sportiva della Federcalcio infatti parla chiaro: «La società ritenuta responsabile, anche oggettivamente, di fatti o situazioni che abbiano influito sul regolare svolgimento di una gara o che ne abbiano impedito la regolare effettuazione, è punita con la perdita della gara stessa con il punteggio di 0-3»
Sulla base di questo, il Dg Baldini decide di richiedere la vittoria a tavolino, ma non ce n’è bisogno. Il responso del giudice sportivo Tosel, giunto nel pomeriggio di ieri, condanna la squadra cagliaritana e concede i 3 punti alla squadra capitolina. Cellino va su tutte le furie. Risponde, con toni aspri, alla richiesta fatta dal Direttore Generale giallorosso con un comunicato che recita: «La Società Cagliari Calcio comprende i principi del Sig. Baldini pur non condividendoli, perchè chi spera di avvantaggiarsi delle disgrazie altrui non può essere contraddistinto come tale. Se così fosse, a quel tipo di uomo di principi, il suo più appropriato stemma sarebbe quello dell’avvoltoio. Nonostante questa presa di posizione di Baldini, sappiamo che non rappresenta lo spirito dei romanisti, ai quali rimarremo sempre amici, in considerazione dei bei trascorsi e della lealtà che nel passato la nostra squadra ha avuto modo di apprezzare».
La Roma comunque va per la sua strada e riesce nel suo intento, appoggiato sia dal presidente della Lega Calcio che afferma: «Il comportamento del Cagliari è incomprensibile, non so davvero cosa dire. Urgono stadi di proprietà», ma soprattutto dal Codacons, il quale, tramite l’intervento a “A Radio Anch’io lo sport” del suo presidente Carlo Rienzi, annuncia gravi provvedimenti per il presidente Cellino: «È un episodio gravissimo, oggi lanciamo una class action contro il club cagliaritano a tutela dei tifosi. E’ stato già presentato l’esposto contro il presidente Cellino. Questi presidenti dovrebbero essere puniti severamente – sottolinea Rienzi –. Così i tifosi sono carne da macello nel mondo del calcio, chi ha pagato i biglietti deve e può far causa».
Tornando al calcio giocato, ora la Roma si appresta ad affrontare la Sampdoria mercoledì sera per il turno infrasettimanale con un duplice vantaggio: uno psicologico, avendo intascato 3 punti in più senza giocare, e uno fisico, avendo riposato domenica. Non sono fattori da sottovalutare, ma anzi da sfruttare. Questo mini tour de force di tre partite in una settimana si è ammorbito grazie questa follia di Cellino. Bisogna approfittarne e sfatare il tabù Olimpico. Adesso o mai più.