Roma, venerdì 15 giugno 2018 – L’inviata di Città Metropolitana ha intervistato la giovane cantautrice per farsi raccontare un po’ di lei e della sua musica
Chi è Paola Rossato, come ti presenteresti a chi ancora non conosce te e la tua musica?
Sono una cantautrice alle prese con la promozione del suo primo disco. E’ un disco autoprodotto che contiene 13 brani di cui ho scritto sia testi che musiche, e che posso considerare fortemente autobiografico. Nei pochi brani che non sono autobiografici c’è comunque la mia visione del mondo ed un modo personale di “dipingere” la realtà. E’ un disco estremamente “vero” : mi pongo al pubblico per quello che sono, senza filtri, e le canzoni che scrivo rispecchiano questo mio modo di essere.
Quando hai capito che la musica avrebbe fatto parte della tua vita e cosa rappresenta per te oggi?
La musica ha sempre fatto parte della mia vita, si trattava solamente di scoprire che quella per me era ed è una fortissima passione e non solamente un hobby. Questa scoperta l’ho fatta la prima volta in cui ho cantato con un microfono, alla prima lezione di canto della mia vita. Sentire la voce amplificata è stato magico, un vero colpo di fulmine. Da quel momento è scattato qualcosa di forte nella mia mente, ma già in precedenza passavo pomeriggi interi a cantare (le canzoni dei cantautori “storici”) e a suonare la chitarra. La musica è una passione forte che non puo’ non far parte della mia vita.
“Facile” è il nome della tua produzione discografica, come dobbiamo interpretare il titolo e quali sono i messaggi che hai voluto trasmettere all’interno del disco?
Il titolo “Facile” fa riferimento ad un brano contenuto nell’album, da cui prende il nome, ed in particolare dal ritornello, in cui canto che “è più facile tenere le distanze che decidere”, ovvero: è più facile scappare dai problemi piuttosto che affrontarli. Per un bel po’ di tempo sono “fuggita” da questo disco a causa di un senso di inadeguatezza che ho avuto nei confronti di questo lavoro e quando ho finalmente deciso di iniziare questo percorso questa frase si presentava alla mia mente molto frequentemente, quasi a ricordarmi di non fermarmi ma di affrontare le cose giorno per giorno. Così ho deciso di dare al mio disco il titolo della canzone che contiene questa frase.
Vorrei dare in generale un’idea di sincerità. Analizzando le canzoni singolarmente, invece, ci sono brani che vogliono trasmettere sensazioni pure e semplici accostate a brani più “impegnati”, che descrivono situazioni delicate o hanno il preciso scopo di farsi denuncia a situazioni poco sostenibili (mi riferisco a “Non dormo”); altri brani li ho scritti fornendo un mio punto di vista sulla realtà con giochi di parole e di “immagini”. Infine… “Emmi (Gr.)” è un brano a parte, con una sorpresa inaspettata… ma non la voglio svelare: rovinerei la sorpresa a chi decide di lasciarsi guidare dalla curiosità.
Hai partecipato e vinto diversi concorsi d’autore, quali sono secondo te i tuoi punti di forza, le caratteristiche che l’ascoltatore ama della tua scrittura?
Bisognerebbe chiederlo a chi ascolta il disco: io son troppo “dentro” a questo lavoro per poter essere imparziale e in ogni caso ognuno filtra la realtà secondo il proprio vissuto e coglie e fa proprio quel che più lo rappresenta o che maggiormente rispecchia qualche aspetto della propria visione del mondo o del proprio sentire. Credo che possa piacere il mio stile di scrittura che si propone sempre di non essere banale e probabilmente il fatto che le canzoni sono assolutamente vere e dirette, cosa che cerco sempre anche nell’interpretazione dei brani: lascio che le sensazioni mi attraversino per poi viverle a fondo e riproporle al pubblico.
Quali credi debbano essere le qualità di un buon autore?
Non lo so, posso scriverti ciò che a me piace degli autori che amo: una buona proprietà di linguaggio, conoscenza della musica in generale e delle possibili strutture della canzone, grande creatività accompagnata da un forte “sentire” interiore, ma soprattutto la capacità di sfruttare tutte queste nozioni e queste doti per comunicare al meglio sensazioni ed emozioni. Ringraziamo Paola per essersi raccontata a “cuore aperto”.
Marirosa Fedele