Avviato nel 2008, il servizio stenta a decollare, mentre nelle altre grandi capitali europee è ormai una realtà consolidata. Con solo 5 mila utenti in quasi un anno di attività, il servizio paga l’immobilismo della Giunta Capitolina. Poche le biciclette, poche anche le piste ciclabili
di Pamela Chiodi
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Roma, mercoledì 6 maggio 2009- Non sarà sospeso il servizio di Bike Sharing a Roma. Gli appassionati romani della mitica ed intramontabile bicicletta possono dormire sonni tranquilli. L’incubo del 13 marzo scorso, quando cioè Cemusa, la multinazionale spagnola cui era stata affidata l’attivazione e la gestione del servizio dalla Giunta Alemanno, aveva deciso di lasciare l’incarico, è ormai dimenticato. Infatti , sarà l’Atac ad occuparsene fino alla fine del 2010. A deciderlo è stata la Giunta Capitolina che, con una Delibera di indirizzo, ha anche stabilito che gli abbonamenti potranno essere acquistati negli stessi punti vendita Atac. Lo ha affermato l’Assessore all’Ambiente Fabio De Lillo, secondo il quale il documento approvato dal Comune «eviterà l’interruzione del servizio di bike sharing tanto apprezzato dai cittadini romani». In effetti, gli abitanti della Capitale non avrebbero apprezzato una eventuale interruzione e, per questo, già si erano attivati per le proteste. Tutto come prima, eccetto che per una questione: l’abbandono di Cemusa come amministratrice del servizio.
Proprio la società era intenzionata ad interrompere le sue prestazioni “dopo tre mesi in regime di proroga, che non hanno portato ad una transitoria o definitiva regolamentazione contrattuale del rapporto con il Comune”. Ciò non si verificherà per l’Atac, perché a breve ci sarà un vero e proprio accordo con il Campidoglio. Il servizio di bike sharing, come dichiara la multinazionale, “era stato inaugurato il 13 giugno 2008 e portato avanti di concerto con l’Amministrazione comunale, con grande soddisfazione reciproca”; anche i cittadini romani hanno dimostrato un alto gradimento: 5 mila utenti che hanno permesso di non emettere nell’atmosfera 5 tonnellate di anidride carbonica. Inoltre, l’Assessore Fabio De Lillo lo scorso 2 dicembre aveva chiesto a Cemusa «di non procedere al disallestimento e di proseguire il servizio sino all’indizione di una gara pubblica, aggiungendo che nel frattempo la società spagnola avrebbe ottenuto una contropartita economica, tale da consentire la copertura dei costi sostenuti per il funzionamento». L’impresa ribadisce anche che “come previsto dall’accordo originario, i costi di attivazione, gestione e manutenzione sono sempre stati sostenuti da Cemusa”, che aveva deciso di mantenere attivo il servizio “per concedere ulteriore tempo alla Giunta romana, dimostrando senso di responsabilità e di collaborazione con le istituzioni”.
Per cercare un accordo, i rappresentanti dell’impresa spagnola hanno avuto vari incontri con gli esponenti del Comune capitolino che hanno avuto a disposizione “nove mesi per avviare o indire una gara pubblica o prospettare una soluzione al mantenimento del servizio, con o senza Cemusa, la quale si trova oggi nell’impossibilità di garantire ai cittadini romani il proseguimento del bike sharing”. Il Sindaco Gianni Alemanno, per impedire la sospensione del servizio ha deciso di affidarlo all’Atac. Ora però, non resta che monitorarne l’evoluzione che si spera ci sia. I problemi da affrontare ci sono ed il primo tra tutti riguarda le piste ciclabili, che per il momento scarseggiano e molte di quelle già presenti hanno bisogno di una costante manutenzione. Le stesse stazioni di bike sharing sono insufficienti. Tuttavia, il Comune già si è attivato, d’accordo con l’Atac, per farvi fronte. Non resta che attendere i prossimi sviluppi della vicenda e citare un celebre aforisma di Albert Einstein: “ La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti”.