Roma, mercoledì 6 giugno 2012 – Dopo il recente contratto fatto con il colosso della Disney,  e con i suoi conseguenti parchi a tema, e con l’approdo di Zeman sulla panchina della Roma, non si saprebbe quale “parco giochi” andare a vedere. Una cosa è sicura: in entrambi i casi non ci si annoia di certo. Il boemo torna alla ribalta, dopo un lungo allontanamento da quello che lui ha definito, con la sua solita pacatezza,”calcio da prima pagina”. Torna non con un sentimento di rivalsa, ma con il suo solito obiettivo di sempre: far divertire i tifosi.

Ha firmato un contratto biennale con opzione per il terzo anno: lo stipendio sarà di un milione netto a stagione più i bonus, anche se a differenza del contratto di Luis Enrique le cifre non sono state comunicate. Nella nota comparsa sul sito della Roma, si parla di «emolumenti in linea con i parametri di mercato»Cosa che stupisce tutti gli addetti ai lavori, però, è la durata: non era mai accaduto infatti, nel corso della sua lunga carriera da allenatore, che un suo contratto durasse più di un anno. Era diventato il suo marchio di fabbrica quello di firmare contratti annuali. La decisione di questo “azzardo”, si può spiegare  proprio con il fatto che che lui è venuto a Roma non per fare la comparsa, ma per lavorare e far parte di un progetto a lungo termine. Continuando la lettura, si specifica lo staff che accompagnerà il boemo nella sua avventura giallorossa: Vincenzo Cangelosi (allenatore in seconda), Giacomo Modica (collaboratore tecnico) e Roberto Ferola (preparatore atletico).

A seguire, le parole rilasciate ieri dal neo allenatore giallorosso durante la conferenza stampa di Trigoria, preceduto da un breve discorso chiaritore del dal Dg della Roma Franco Baldini:

BALDINI: Questo è un bentornato per il mister. Zeman ha firmato un contratto per due anni, con un’eventuale opzione per il terzo. Mi preme dire una cosa prima di cominciare, sgombrare il campo dagli equivoci. La nuova società viene criticata o difesa a prescindere da quello che fa, a prescindere dai risultati. Non è una terza scelta, è una scelta ponderata, che ha avuto bisogno di tempo. Non è il di cui abbiamo bisogno noi soltanto, ma anche il tempo di cui hanno bisogno i nostri interlocutori. Ci sono degli impegni da rispettare, delle attese che vanno consumate. Mi preme sottolineare il fatto che Zeman non sia una terza o quarta scelta. E’ la scelta fatta dopo aver valutato la cosa migliore da fare, dopo aver valutato diversi interlocutori. Non è una scelta data dal fatto che altri interlocutori possano aver detto no, anzi: nessuno ha rifiutato, la cosa ci inorgoglisce. I nostri interlocutori avevano dato la disponibilità a venire, noi abbiamo preso Zeman. Un motivo semplice, banale, per il quale lo abbiamo preso: vogliamo un gioco attrattivo, un gioco che valorizzi i giovani e porti la gente allo stadio. Lui si merita questa chance.

 Queste le parole di Zeman (nella foto):

Zeman in conferenza stampa a Trigoria
Zeman in conferenza stampa a Trigoria

Sono contento, ringrazio la società per la fiducia. L’avevo detto: prima o poi ci torno, anche se l’ho fatto un po’ in ritardo. Saluto tutti, spero si costruirà qualcosa insieme. Voi avete una parte importante

Si è parlato tanto del suo arrivo. Cosa l’ha convinta a ritornare a Roma, a parte il cuore?

Il contratto l’ha fatto la società. Cosa mi ha convinto? Abito a Roma da 18 anni, questa città la sento mia. Nel 99 mi ero prefissato di tornare. Spero che dopo la stagione calcistica i tifosi siano felici come me ora.

 In questi 13 anni quanto è cambiato Zeman? Vuole vincere? E’ tornato per vincere?

Non ho mai visto un giocatore o un allenatore che non vuole vincere. Ci si deve provare, ci si deve credere.

Quando è stato vicino alla Roma in questi anni? Quando ha sognato davvero di ritornare?

Nel 2006 ero abbastanza vicino ma non si poteva, c’è anche scritto da qualche parte…

Può smentire la diceria secondo la quale Zeman vuole solo giovani e non campioni affermati?

Pescara è un esempio: avevo 6 Under e 6 giocatori più esperti, avevo Sansovini che giovane non è. Si trova certo maggiore voglia di imparare nei giovani. Io vi ricordo Aldair, per esempio: non era giovanissimo ma si è tolto e ci siamo tolti grandi soddisfazioni…

Verratti-De Rossi: chi giocherebbe centrale nella sua Roma?

Non rispondo, il mercato inizia il 1° luglio, stiamo cercando di capire ciò che c’è e ciò che manca. Marco Verratti ha fatto un grande campionato, si è fatto notare.

Come intende gestire un patrimonio importante come quello di Francesco Totti?

Per me Totti è tesserato come calciatore, mi aspetto faccia il calciatore. Lo gestirò come il resto della squadra

Tra le novità introdotte dalla nuova società c’è l’obbligo di non parlare di arbitri. Condivide? Questione arbitri. Parlerà degli arbitri?

Io penso sia sbagliato non parlarne, ma sono un dipendente: se la società lo chiederà non ne parlerò. Non succede niente se si dice che un arbitro ha sbagliato, così come non succede niente se si dice che un mio calciatore sbaglia.

De Rossi, possibile vederlo come centrale di difesa?

Spero di no. Per me è un centrocampista, spero non dovrà adattarsi al ruolo difensivo. Non penso di schierarlo centrale di difesa

Dopo la prima esperienza a Roma è scomparso, dopo ha allenato il Foggia. La Roma è, in questo senso, una rivincita per lei?

Sono scomparso dal calcio delle prime pagine, è vero, ma nessuna rivincita. Io volevo allenare e basta, volevo insegnare calcio a qualsiasi livello, al di là della categoria

La sua esperienza precedente spaccò la tifoseria: c’era chi vedeva lei come un guru e chi criticava il suo operato. Si sente di tendere la mano ai suoi detrattori storici?

Non sono io a dover tendere la mano. La squadra dovrà dare emozione, far divertire. E’ normale che nel calcio piacciano cose diverse. Uno tenta di far vedere qualcosa e di convincere anche i più scettici sulla bontà del lavoro

Si sente cambiato tatticamente’?

Mi conviene dire di si, ma non sono d’accordo…

Ha visto sicuramente la Roma di Luis Enrique. C’è un filo conduttore rispetto al gioco che vuole proporre lei? C’è una similitudine? Dovrà riabituarsi al grande calcio di Serie A dopo 13 anni?? 

Informazione errata, io nel 2006 ho allenato il Lecce, quindi non sono 13 anni. E’ cambiato qualcosa: all’epoca le squadre italiane vincevano in Europa, dettavano legge nel calcio mondiale. Oggi le italiane hanno lasciato spazio alle inglesi e alle spagnole, con le quali c’è un gap. Luis Enrique? Ogni allenatore ha le sue idee, alcune sue idee mi piacciono. Io però sono più proiettato verso la porta avversaria (applausi in sala, ndr).

Cosa vuole per la sua Roma? Obiettivi?

L’ho detto prima. Voglio far divertire, dare delle emozioni. Magari le emozioni sono di due tipi, ma sempre emozioni sono. Voglio riavvicinare la gente allo stadio.

Alcuni osservatori, tifosi o addetti ai lavori hanno detto di averla vista cambiata. Altri invece smentiscono. Negli anni ha maturato un modo di giocare diverso negli anni?

I miei avversari mi criticano, mi conviene dire di essere cambiato. Ma lo vedrete in campo…

Andando nello specifico, in difesa ha cambiato qualcosa?

Interviene Baldini: “Di’ di si…”

Ogni tanto c’è qualche rischio in più, ma se fai 90 gol può permetterteli. Il concetto è: la fase difensiva si fa sempre, esistono due fasi di gioco. Però credo che per i calciatori sia più soddisfacente costruire e non distruggere. Io sono un uomo di pace però…

Per Baldini: la tua è una volontà di “mettere una pezza” a quanto successo in passato con Zeman? Per il mister: chi ci ha rimesso di più della tua assenza? Tu o il calcio italiano?

Baldini: Io ho detto che Zeman merita questa chance per aver fatto innamorare tutti con il suo calcio, un qualcosa per cui vale la pena andare allo stadio.

Zeman: Sono stato penalizzato, ma ho fatto calcio lo stesso, nonostante tutto. Sono stato a Foggia, mi sono divertito lì…

Forse un po’ di rabbia?

No, niente rabbia ma pensavo di poter dare qualcosa di più…

De Rossi: regista o interno di centrocampo?

Per me è un centrocampista. Per fare il regista servono altre doti, ma può stare al centro facendo il mediano, con altre caratteristiche

La preparazione un po’ corta quest’anno? Per Baldini: è vero che fu fatto un tentativo per portare Zeman come responsabile del settore giovanile della Roma? Questo progetto parte con un anno di ritardo?

Zeman: Io sono abituato a fare una preparazione atta a costruire un’intera stagione. Quest’anno si vede che dovevo cambiare qualcosa, spero non mi cambi i risultati

Baldini: I giocatori si ritroveranno qui a Trigoria il 3 luglio, il 5 sera partiranno per Brunico. Il ritiro ci sarà dal 5 al 17. E’ vero che Zeman fu contattato, volevamo far giocare il settore giovanile in un certo modo. Ma ovviamente poi è arrivato il Pescara e di fronte all’opportunità di tornare in panchina non ha resistito.

Questa Roma è la squadra più forte che ha avuto a disposizione?

Non so come sarà questa Roma, stiamo lavorando. La dobbiamo costruire. Ci sono elementi importanti, vediamo come renderanno…

Qualche nome in particolare?

Non voglio fare nomi. Mi auguro che la società possa riuscire a trovare giocatori che facciano al caso nostro…

 Pjanic è il giocatore ideale per fare il centrale di centrocampo?

Non voglio parlare dei singoli… Il concetto è di trovare calciatori che servano a questo progetto.

Anni fa disse che il calcio doveva uscire dalle farmacie e dalle sale scommesse. Il calcio è migliorato?

E’ migliorato, ma ora deve uscire da questa crisi…

Cosa spera di trovare cambiato in questo ambiente romano?

Non voglio vedere tanti cambi. Non andava poi così male allora. La gente ai miei tempi si divertiva e riempiva lo stadio

Questione fair play.

Si può fare calcio con il fair play, rispettando tutti in campo e fuori… Il problema del calcio di oggi è che non è più credibile, ma noi vogliamo cambiare questa tendenza.

E’ famoso per la sua capacità di valorizzare anche calciatori in difficoltà. Concederà una seconda chance a chi ha deluso nella scorsa stagione?

Abbiamo tempo per scegliere. Ci sono del calciatori che non hanno fatto bene, ad alcuni verrà data la seconda chance. Dobbiamo valutare, io sono qui da ieri e non ho programmi precisi in questo senso. Vogliamo costruire una squadra che gioca bene a calcio

Il Wall Street Journal le ha dedicato un pezzo, definendola Jedi: lei si sente in lotta con il lato oscuro della forza?

E’ troppo difficile. Mi sento uno normale, mi piace fare calcio, trasmettere qualcosa che possa migliorare il prossimo, che sia un giocatore o un dirigente

Perché le squadre cercano sempre il talento all’estero, invece di valorizzare i calciatori del vivaio?

Non posso dare spiegazioni, non faccio parte di quelli che vanno a spendere soldi. Prima si spendeva all’estero perché i soldi all’estero erano più coperti.

Il derby è sempre una gara come un’altra?

Ci sono sempre 3 punti in palio, me la fanno tutti i giorni questa domanda. Io devo far conquistare tre punti alla mia squadra, a prescindere dall’avversario. Il derby poi è in tribuna, non in campo…

 Per Baldini: Quando ha influito la personalità di Zeman? Richiama l’attenzione anche dal punto di vista culturale. La dirigenza quanto ha valutato la dimensione etica e morale di Zeman?

E’ una componente molto importante, inutile negarlo. Senza sottolinearla troppo, altrimenti toglierebbe qualcosa al discorso tecnico. Ma conta, ha avuto il suo peso nella nostra scelta.

Sente il peso della piazza romana? Un po’ di paura?

Roma sta sempre vicina alla squadra, anche nei momenti brutti. Il pubblico ci aiuterà…

Al suo addio da Roma disse che se ne andava anche perché alcuni risultati non dipendevano più dal campo. C’è la possibilità si ripeta tutto ciò?

Io spero di no.  Se avessi pensato di poter portare gli stessi danni di allora non sarei mai venuto qui. Voglio bene alla Roma…

Che percentuale ha l’allenatore nel successo di una squadra?

E’ importante, io mi sento importante in una squadra. Bisogna vedere se si riesce a dare un gioco, una personalità e un comportamento. Poi ci sono anche squadre che non hanno bisogno dell’allenatore.

Chiude la conferenza Franco Baldini: Quando si parla di indirizzi e ordini della società, non si parla si diktat o imposizioni. La nostra indicazione è stata quella di ciò che volevamo fare e di ciò che vogliamo continuare a fare. Ma abbiamo sempre dato libertà di espressione a tutti: lo scorso anno si sono espressi sugli arbitri alcuni giocatori, per fortuna non siamo in dittatura.

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