Roma, lunedì 10 dicembre 2012 – Dopo l’annuncio del ritorno in campo di Berlusconi, l’apertura dei mercati in Italia presenta uno scenario scontato. Lo spread sopra quota 360 e Piazza Affari in perdita netta. Non poteva che essere così viste le preoccupazioni dell’intera Europa ad un ritorno sulla scena politica del Cavaliere, che solo un anno fa aveva rischiato di affossare il Vecchio Continente. Alle parole del Presidente del Parlamento europeo Shultz, che aveva condannato il ritorno di Berlusconi già nel fine settimana, si sono aggiunte quelle del Presidente della Commissione europea Manuel Barroso: «In Europa abbiamo bisogno di un’Italia forte e stabile. Monti ha dato un grande contributo al dialogo europeo». A queste si sono aggiunti gli interventi della stampa internazionale. E così l’Italia torna ad essere al centro delle speculazioni finanziarie e a mettere a rischio tutte le manovre economiche e i sacrifici fatti finore. Ma la salvezza personale del Cavaliere vale molto di più dell’Italia.
L’ex Premier, nonostante il risultato fallimentare del suo Governo in campo internazionale e in campo nazionale, dopo la vittoria alle Primarie di Bersani, si è convinto a mandare in soffitta il rinnovamento del Pdl e a ripresentarsi per la sesta volta. All’interno del Pdl però si accentuano le incrinature dei moderati e di una parte degli ex An. L’ex Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, ha commentato: «Se il Popolo della Libertà resterà così, io non trovo stimoli per rimanere: la nostra gente merita ben altro. Senza preferenze diventano indispensabili le primarie per i parlamentari, sennò veramente la nostra credibilità è terminata». Parole in sintonia con quanto affermato dal sindaco di Roma Alemanno nel fine settimana.
Il Pdl a questo punto, finita e archiviata la brevissima esperienza moderata del Segretario Alfano, che di fatto ha dovuto digerire tutte le scelte del Cavaliere, lasciando sul terreno quel poco di credibilità che aveva conquistato con l’apertura alle Primarie del centrodestra, appare risucchiato sulle posizioni dell’ala più oltranzista dello schieramento. Quella che fa capo alla Santanchè e a Sallusti, con i soliti La Russa, Gasparri, Quagliarello pronti a sostenere ogni singola trovata del Patron. Con qualche personaggio di contorno ancora più pittoresco, se possibile, di quelli del recente passato. Tolto un Bondi si aggiunge un Briatore. Eppure,quanti si sono dimenticati che la Presidenza Berlusconi è stata caratterizzata da ragazze in top-less, piazzate poi nei listini bloccati, come la Minetti, e da “cene eleganti” con bagni di minorenni nella piscina idromassaggio?
La nuova discesa in campo è l’esatto contrario del “senso di responsabilità e di amore” per l’Italia che costringe il Cavaliere suo malgrado al grave passo per aiutare concretamente gli italiani stremati dalla crisi. E’ il tentativo di salvare se stesso e le proprie aziende dal declino che incombe sull’uomo e sul modo di fare affari. Le tanto esaltate doti imprenditoriali del Cavaliere si sa sono macchiate da reati che in questo ventennio, anche e soprattutto per colpa della Sinistra, non sono state affrontati. Dietro Berlusconi ci sono gli scandali della Protezione Civile Spa, degli sprechi di soldi pubblici di Lega e Pdl al Governo, del Ministero dello Sviluppo Economico lasciato vacante per mesi nel bel mezzo della crisi economico-finanziaria, della finanza creativa di Tremonti. Dimenticare questo vuol dire dimenticare il passato recente. Le colpe dell’attuale degrado politico e economico della Penisola fino ad oggi ricadono sugli italiani solo in quanto incapaci, per scelta o per credulità, di scegliere una classe politica cristallina. Dalle prossime elezioni, visto che la posta in palio è la Nazione intera, gli italiani potranno decidere se fare harakiri o se dare una svolta, perché Sansone è già sceso in campo. Non per salvare, ma per affondare l’intera patria.