Il Vaticano ha gioito dell’intervento del Governo sul caso Englaro, ma lo stop del Presidente Napolitano ha creato nuova polemiche. Soro: "Berlusconi ha costruito un attacco al Capo dello Stato"

di Lilly Amato
lamato@lacittametropolitana.it

Roma, domenica 08 febbraio 2009 – In queste ore più che mai il mondo e l’Italia in specie sono raccolti attorno al caso umano di Eluana Englaro. Dopo 17 anni di stato vegetativo persistente, lo scorso 3 febbraio Eluana è stata trasferita dalla casa di cura Talamoni di Lecco alla casa di riposo La Quiete di Udine. Qui un’equipe di circa quindici tra medici, paramedici, volontari ed esterni intende attuare il protocollo concordato con la famiglia Englaro conformemente al decreto della Corte d’Appello di Milano. Da venerdì scorso è stata avviata la progressiva riduzione dell’alimentazione; al contempo, il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge per impedire la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione dei pazienti. Ma il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha rifiutato di firmarlo, così la stessa sera il consiglio dei ministri in sessione straordinaria ha approvato un disegno di legge di uguale contenuto e l’ha trasmesso al senato che dovrebbe discuterne domani in via straordinaria.

E’ scontro istituzionale, è scontro con il Vaticano che, contento per l’operato del premier Silvio Berlusconi, ha invece mostrato delusione per il rifiuto di Napolitano. Proprio lo scorso 1 febbraio si è celebrata la 31° giornata nazionale per la vita, che ha avuto come tema "La forza della vita nella sofferenza". Benedetto XVI ha riaffermato con vigore "l’assoluta e suprema dignità di ogni vita umana, anche quando è debole e avvolta nel mistero della sofferenza"; lo ha detto nel messaggio per la XVII Giornata Mondiale del Malato, in programma per mercoledì 11 febbraio. Ratzinger ha aggiunto: "Non muta, con il trascorrere dei tempi, l’insegnamento che la Chiesa incessantemente proclama: la vita umana è bella e va vissuta in pienezza". Sotto la finestra di Eluana a Udine ha manifestato la Comunità Giovanni XXIII ed è stata officiata una Messa.

L’Italia è divisa: un presidio della federazione provinciale milanese di Rifondazione Comunista di fronte alla Prefettura di Milano ha chiesto al Presidente della Repubblica di non firmare il decreto. Un altro presidio davanti alla sede del Governo e alle prefetture delle maggiori città italiane è contro il "tentativo di eversione dell’ordinamento costituzionale messo in campo dal premier, contro la pressione del Vaticano, per la laicità dello Stato e i diritti delle persone". A Roma i Radicali Italiani e l’Associazione Luca Coscioni hanno iniziato la loro protesta; Mina Welby ha cominciato lo sciopero della fame. Per il capogruppo Pd Antonello Soro "Berlusconi ha costruito una spregiudicata offensiva nei confronti della Costituzione e un pesante attacco al Capo dello Stato usando in modo cinico e pretestuoso una vicenda che tocca i sentimenti più profondi di tutti gli italiani". Nel frattempo sono state raccolte oltre settantamila firme per l’appello lanciato ieri da personalità cattoliche e laiche al Presidente della Repubblica per risparmiare la vita di Eluana.

Giorgio Napolitano ha ricevuto una telefonata del cardinale Tarcisio Bertone che ha confermato la stima personale per il Capo dello Stato e la volontà di non interferire in vicende italiane, pur ribadendo le note posizioni della Santa Sede sui problemi in questione. Mercoledì 11 febbraio è, inoltre, l’80° anniversario della firma dei Patti Lateranensi e il Partito Socialista protesterà in Piazza San Pietro per le intromissioni dello Stato Vaticano nella politica italiana. Oggi all’Angelus il Papa ha detto: "La malattia fa parte dell’esperienza umana anche se spesso ad essa non riusciamo ad abituarci perché siamo stati fatti da Dio per la vita". Il Vangelo odierno parla delle guarigioni di Gesù e, richiamandosi a questo, Benedetto XVI ha esortato a pregare "per tutti i malati, specialmente per quelli più gravi che non possono in alcun modo provvedere a se stessi, ma sono totalmente dipendenti dalle cure altrui". Ha poi concluso: "Solo la riconcializione con Dio può donarci la vera guarigione".

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