Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, garantisce la qualità della scuola e si esprime sul problema dei precari
di Lilly Amato
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Roma, giovedì 16 settembre 2010 – ”Dal 2011 la scuola avrà a disposizione un miliardo di euro ogni anno da investire nella qualità”. Lo ha detto il ministro Gelmini. Intervenendo a Canale 5, il ministro ha infatti annunciato ”investimenti per l’edilizia scolastica, laboratori, formazione degli insegnanti, computer”. Ha poi espresso ‘perplessità’ sui simboli leghisti nella scuola di Adro e affermato che, nella maggior parte dei casi, il tetto del 30% di alunni stranieri nelle classi è stato applicato”. Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha inoltre affermato, quanto al problema dei precari, l’impegno del governo ad "assorbire 230 mila precari nell’arco di sette, otto anni", pur sostenendo che "le responsabilità di questi numeri non sono del governo Berlusconi". "Noi – ha proseguito – abbiamo ereditato una situazione dei precari molto pesante, sono le scelte della politica del passato dove invece che posti veri si sono venduti posti in attesa nelle graduatorie. Per questo abbiamo deciso l’ingresso programmato dei professori con il regolamento della formazione iniziale: per la prima volta abbiamo cominciato a governare i numeri, calcolando il fabbisogno di insegnanti della scuola. Abbiamo previsto un metodo che ci consente di esaurire i 230 mila precari in 7-8 anni, ma allo stesso tempo lasciamo una finestra per i nuovi talenti che vogliono diventare professori". Quindi nei prossimi 10 anni, ha assicurato ancora il ministro, "ci sarà una parte di assunzione dedicata ai nuovi giovani insegnanti". "Berlusconi e Tremonti stanno predisponendo, anzi hanno quasi chiuso, il documento sulle grandi riforme", così ha poi risposto, a nome del Governo, alla richiesta di Confindustria di riforme strutturali, reiterata in occasione della presentazione del nuovo Rapporto del Centro studi.
Riforme che, secondo la Gelmini, "vanno nella direzione auspicata da Confindustria: semplificazione delle regole per andare verso una deregulation fortissima di cui abbiamo enorme bisogno; riforma fiscale; più concorrenza; istruzione, università e ricerca. Si tratta – ha proseguito – di riforme indispensabili e non rinviabili". Il Governo, che si è "concentrato finora sulla tenuta dei conti pubblici, ha iniziato un faticoso cammino verso le riforme che non va interrotto e il presidente Berlusconi sta mettendo in campo un enorme sforzo per far sì che qualche difficoltà politica non lo interrompa. Ma non facendo quello che si legge sui giornali nel peggiore dei modi, bensì, nel massimo rispetto del Parlamento, rivolgendo un appello alla responsabilità e alla condivisione a una realtà più ampia della maggioranza".