Roma, mercoledì 9 aprile 2014 – Saranno il biblico diluvio universale e l’uomo chiamato da Dio per portare in salvo i puri di cuore i protagonisti di Noah prossimo kolossal hollywoodiano a sfondo catastrofico che ancora prima di approdare nelle sale italiane sembra già destinato a sbancare i botteghini del “bel paese”. L’uscita del film nelle sale italiane, prevista per il 10 aprile, sarà preceduta da quella del cd della colonna sonora composta da Clint Mansell disponibile sia on-line che in tutti i negozi di musica. Dopo The wrestler e il Cigno nero Darren Aronofsky propone una rivisitazione in chiave fantascentifica piuttosto che storico/religiosa di uno dei principali personaggi dell’antico testamento con un occhio di riguardo all’aspetto ecologista. Nel film infatti, per volontà del regista, si è deciso di fare a meno di animali in carne ed ossa e di ambientazioni mozza fiato sostituiti dagli ormai sempre più utilizzati CGI (computer-generated imagery).
La scelta di affrontare un tema così delicato, fa sapere Aronofsky in un intervista al The Gurdian, non è affatto nuova ma avrebbe catturato il suo interesse fin da quando, all’età di tredici anni, iniziò a lavorare ad una versione a fumetti che però non venne mai completata. Così il regista si riferiva a Noè nel 2007: “un complicato personaggio dark, con l’animo da sopravvissuto dopo il diluvio universale”. Sulla falsa riga del gladiatore, Rusell Crowe interpreta il patriarca biblico che nel tentativo di portare in salvo la sua famiglia e le varie specie animali dall’incombente diluvio si troverà ad affrontare un viaggio epico degno dei migliori disaster-movie nel quale il protagonista dovrà fare i conti con l’ira funesta di Dio.
Ma oltre che per il cast di primo piano (Anthony Hopkins, Jennifer Connelly, Logan Lerman) e il per il budget (125 milioni di dollari) la nuova pellicola di Aronofsky, come spesso accade quando si tratta di film che hanno come soggetto personaggi o avvenimenti religiosi, sembra destinata a creare molto polemiche ancora prima di arrivare nelle sale. A nulla sarebbe servita la decisione del regista di girare alcune delle scene del film in segreto e alla sola presenza di teologie e religiosi di diverse fedi. E’, infatti, di questi giorni la notizia che il Governo malese proibirà la proiezione del film così come sarà vietata anche in altri paesi islamici (Egitto, Tunisia, Indonesia e Emirati Arabi Uniti) in quanto ritenuto in contrasto con il precetto coranico che non ammette le raffigurazioni dei profeti.
Mattia Bagnato