Roma, martedì 3 gennaio 2012 – Mentre non cessa in Siria il massacro della popolazione civile da parte del Governo di Assad, che nonostante la presenza degli Osservatori della Lega Araba continua con le operazioni militari per sedare la rivolta, lo scorso 24 dicembre due importanti gruppi di opposizione hanno annunciato la decisione di lavorare insieme per preparare la caduta del regime di Bachar Al-Assad. Il Comitato Nazionale per il Cambiamento Democratico infatti ha riferito di aver siglato un accordo con il Consiglio Nazionale Siriano, principale movimento di opposizione, in vista di una transazione verso uno Stato democratico.
Il Consiglio Nazionale Siriano è formato da una coalizione dei principali partiti dell’opposizione, di cui fanno parte i Fratelli Mussulmani, i liberali e i nazionalisti. Il Comitato Nazionale per il Cambiamento Democratico raggruppa invece partiti arabi di ispirazione nazionalista, i curdi, i socialisti e i marxisti, oltre ad alcune personalità indipendenti come l’economista Aref Dalila. Il testo dell’accordo è stato siglato al Cairo dopo oltre un mese di incontri tra i dirigenti. Tra le clausole viene rigettata la possibilità di interventi militari che possano attentate alla sovranità e all’indipendenza del paese. Non si invocano per il momento interventi esterni, sotto il controllo dell’Onu, come quello che ha portato in Libia alla destituzione di Gheddafi e alla fine della strage di civili.
Finora, per mancanza di notizie certe, è solo ipotizzabile il numero di vittime in Siria dall’inizio della rivolta (marzo 2011). Fonti non ufficiali parlano di circa 5000 morti tra la popolazione, ai quali si andrebbero ad aggiungere alcune centinaia di militari. Gli osservatori internazionali sostengono però che il regime di Assad abbia i giorni contati. Sono sempre di più le diserzioni nell’esercito, mentre non si placano le rivolte in tutto il paese, nonostante la violenta repressione militare continui. Per questo è atteso dalla comunità internazionale la presentazione del rapporto da parte del responsabile della missione della Lega Araba, il generale sudanese Mohammed Ahmed Mustafa, previsto per mercoledì.
Anche se non mancano critiche all’operato degli emissari arabi. Il ministro degli esteri francese Alain Juppè ha detto di avere dubbi sul modo in cui si è svolta la missione araba, ritenendo che «le condizioni in cui vengono condotte missioni di questo tipo dovrebbero essere chiarificate meglio. Gli emissari possono avere accesso alle informazioni in tutta libertà?» Critiche simili sono arrivate anche dall’opposizione siriana al regime, che ha denunciato «la mancanza di professionalità degli osservatori della Lega Araba, avendo lo stesso Segretario Generale della Lega ammesso che i manifestanti continuano a essere esposti ai colpi della milizia siriana”.
Per il momento però lo stallo è totale. Da una parte la Russia oppone il suo veto ad un intervento del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, dall’altra il Capo della diplomazia francese, la nazione più attiva sul fronte mediorientale, ha detto che “il Consiglio di Sicurezza non può restare in silenzio. È chiaro che in Siria c’è una repressione selvaggia, che il regime non ha più un avvenire e dunque è la comunità internazionale che si deve pronunciare”. Parole però che contrastano per il momento con quanto affermato dai principali partiti siriani di opposizione al Regime di Assad, che intendono perseguire il principio di autodeterminazione.
Intanto, continua la tensione tra Stati Uniti e Iran. C’è stata oggi la dura presa di posizione del Governo iraniano per il passaggio a fine dicembre di una portaerei americana nello stretto di Hormuz, durante alcune manovre militari del Governo di Teheran. «Consigliamo alla portaerei americana che ha attraversato lo stretto di Hormuz e si trova nel mare dell’Oman di non tornare nel Golfo persico», ha detto il generale Salehi, aggiungendo che «la Repubblica islamica dell’Iran non ha intenzione di ripetere il suo avvertimento». L’Iran potrebbe essere il principale sostenitore della Siria in caso di crisi internazionale.